Che non sia una monoposto vincente, Charles Leclerc, probabilmente, lo intuì già dal primo giro dopo la presentazione della vettura a Maranello.
In un simpatico siparietto con il neo team principal, Frederic Vasseur, Charles Leclerc vinse il testa o croce con il teammate per un primissimo giro al volante dell’erede della F1-75. Dopo l’annuncio di Benedetto Vigna, amministratore delegato della Ferrari, sulla monoposto del Cavallino più veloce di sempre, le aspettative dei tifosi e dei piloti erano salite alle stelle.
La SF23 avrebbe dovuto fare meglio della sua progenitrice, lottando con la Red Bull Racing per la conquista del Mondiale. Il nuovo regolamento sarebbe dovuto essere il punto di svolta per la Scuderia, dopo 15 anni avari di soddisfazioni. Il secondo posto nei costruttori nel 2022, condito da tre successi di Leclerc e uno di Sainz, era stato visto come un mezzo disastro. “I secondi sono i primi sconfitti“, aveva annunciato Vigna parafrasando la mitica frase di Enzo Ferrari.
Messo alla porta l’ex t.p. Mattia Binotto, a seguito di 4 anni con più disastri che ricordi positivi, i vertici hanno scelto per il nuovo corso un uomo navigato come Frederic Vasseur. Quest’ultimo avrebbe dovuto accrescere il grado di esperienza al muretto, essendo un ingegnere più pistaiolo, per dirla all’Arrivabene, ma ha preferito entrare in punta di piedi. Si sono defilati, autonomamente, l’ing. aerodinamico David Sanchez e il direttore sportivo Laurent Mekies.
Con la retrocessione di Rueda nel remote garage, i piloti speravano di aver risolto i guai con le strategie. L’affidabilità, dopo un intenso lavoro iniziato prima degli altri, si è dimostrata ancora uno dei talloni d’Achille rispetto agli altri top team. Non solo la SF23 si è rivelata un’auto lenta e senza punti di forza, né sul dritto né nei tratti misti, ma anche piuttosto fragile. Pronti, via e la Rossa ha subito patito un problema nel Gran Premio inaugurale in Bahrain sulla vettura numero 16.
L’ammissione di Charles Leclerc
Già dai primissimi test stagionali si era inteso il valore dell’erede della F1-75. Nessuno poteva immaginare dei passi indietro tanto evidenti rispetto all’inizio del 2022. Leclerc, almeno, si tolse la soddisfazione di cogliere un hat-trick in Bahrain e un grand chelem in Australia. Riuscì a battere anche Max Verstappen tra le mura nemiche del RB Ring. Con una maggiore attenzione della squadra e affidabilità della wing car avrebbe anche potuto strappare più di tre trionfi.
Con un difesa stoica riuscì a chiudere secondo davanti a Sergio Perez. Quest’anno ha ottenuto due pole e tre podi, ma non ha mai potuto lottare per la vittoria. La responsabilità? Naturalmente è della SF23 che ha preso paga, sin qui, anche dalla W14, dalla AMR23 e dalla RB19. Lo scenario non è dei migliori, anche perché il pacchetto di aggiornamenti non ha funzionato come nelle aspettative.
Leclerc aveva già capito tutto: “Nelle prime tornate nei test c’era un feeling anomalo, qualcosa non tornava nel bilanciamento. Solo dopo ho scoperto che anche le performance mancavano“. Le dichiarazioni riportate da FP.it mettono in luce un chiaro errore di calcolo. La Ferrari avrebbe dovuto risolvere le anomalie che avevano limitato la cavalcato del monegasco nella scorsa annata, piuttosto è scivolata al quarto posto della classifica costruttori.