La Ferrari ha vinto molti titoli nella propria leggendaria storia, ma in un caso le fu assegnato a tavolino diventando così “di cartone”.
Era l’estate del 2006, con l’Italia calcistica che era sconvolto dallo scandalo legato a Calciopoli. La Juventus era stata spedita in Serie B, con la famiglia Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo che furono sconvolti, e l’Inter, la prima delle squadre non coinvolte nella vicenda, divenne Campione d’Italia a tavolino.
Fu la prima volta nella storia della Serie A che avvenne un caso del genere, infatti nel 1927, quando il Torino venne ritenuto colpevole di aver combinato un derby con la Juventus, gli venne tolto lo Scudetto, ma mai più assegnato. La stessa sorte toccò al campionato 2004-05, con la Vecchia Signora che perse anche quel titolo.
A quel punto in molti definirono lo Scudetto dell’Inter della stagione 2005-06, che è ancora nella bacheca interista, come “di cartone“. Furono molti i rappresentati della Juventus che si schierarono contro questa decisione e soprattutto criticarono i nerazzurri di aver accettato il titolo.
Il problema avvenne però l’anno seguente, perché il destino tante volte si diverte a mischiare le carte. I componenti della dirigenza della Juventus sono legati con un filo diretto alle sorti della Ferrari e solo un anno dopo fu la Rossa ricevere in dote un titolo a tavolino.
Era il 2007, con la Ferrari che si apprestava a vivere la sua prima stagione senza il mito assoluto di Michael Schumacher. Al suo posto era giunto dalla McLaren il finlandese Kimi Raikkonen, un uomo che avrebbe avuto modo di scrivere pagine importanti nella storia del Cavallino.
I veri favoriti in quella stagione erano però Fernando Alonso e Lewis Hamilton in McLaren, che per fortuna si diedero battaglia tutto l’anno. Nell’ultima gara in Brasile fu proprio Raikkonen a sfruttare la situazione a proprio vantaggio vincendo il Mondiale.
Il problema è che quell’anno, oltre ai problemi di gestione, la McLaren era stata accusata e condannata per la vicenda dalla “Spy Story”. Il protagonista era stato il tecnico Nigel Stepney, che dopo una vita in Ferrari pensava di meritarsi la promozione, ma al posto di Ross Brawn vennero scelti Stefano Domenicali e Mario Almondo.
A quel punto il suo passaggio a responsabile dello sviluppo della performance della squadra lo portò a vivere un periodo molto complicato e per questo motivo sembrerebbe che fosse lui che era pronto a sabotare la Ferrari dando alla McLaren i segreti del Cavallino. Il tutto venne scoperto al GP degli Stati Uniti, dopo che già a Monaco c’erano stati i primi segnali.
Un lungo processo portò la McLaren a far confessare tutto ad Alonso e a Hamilton, in modo tale che i due piloti non fossero penalizzati. La Scuderia invece venne declassata all’ultimo posto e solo così la Ferrari vinse anche il titolo piloti. Raikkonen e Massa totalizzarono 204 punti in due, mentre Hamilton e Alonso ne fecero 218. Alla fine di quell’anno però nessuno si fece grossi problemi ad accettare quel titolo costruttori, testimonianza di come il destino adori mischiare le carte in tavola.
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