Vi sono vetture che meriterebbero di essere trattate con i guanti. Le Ferrari costano un patrimonio ma, a quanto pare, non a tutti interessano.
Un tempo per le auto si parlava di condizioni da vetrina. Dovrebbe sorgere spontaneo il desiderio di mantenere una supercar in perfette condizioni dopo averla acquistata a caro prezzo. Se poi parliamo dell’erede della mitica Enzo, a maggior ragione, lasciarla marcire sotto strati di polvere rappresenta un vero delitto.
La Ferrari LaFerrari è stata la prima supercar ad alimentazione ibrida prodotta dalla casa automobilistica modenese. Dopo la F150 Concept 2 “Manta”, la vettura fu lanciata nel 2013 al salone dell’automobile di Ginevra e contemporaneamente online. Il design estremo della vettura lasciò tutti senza fiato. LaFerrari presentava l’inedito sistema HY-KERS, capace di recuperare energia in frenata e in curva per poi sprigionare potenza sul dritto. La vettura, così come la sua progenitrice, era imbottita di soluzioni nate dall’esperienza in Formula 1.
Furono realizzati 499 esemplari, già tutti sold out prima della presentazione. La numero 500 fu prodotta per una giusta causa, ovvero per le popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016. Il ricavato fu ben di 7 milioni di euro. Per l’ex Presidente della casa modenese la LaFerrari era la summa di tutto quello che rappresentava l’azienda. L’antesignana di ciò che la Ferrari avrebbe prodotto in futuro. In effetti nel 2019 fu lanciata la SF90 Stradale con motore ibrido.
Sul piano estetico l’auto creata, nel Centro Stile Ferrari, sotto la guida sapiente di Flavio Manzoni era il top per l’epoca, risultando ancora ora molto innovativa. L’aerodinamica era stata curata nei minimi dettagli per estrarre le massime prestazioni possibili. L’apertura a farfalla delle portiere ricorda quelle di alcune auto da corsa storiche, ispirandosi in parte allo stile delle Sport Prototipo del Cavallino di fine anni ’60.
Una Ferrari sotto la polvere
L’abitacolo della Ferrari è a goccia, come potrete scorgere nell’immagine in basso tratta dal profilo IG Supercarfails.it. Tutto è pensato per contenere il peso. Il volante è caratterizzato da interruttori e levette del cambio fissate direttamente al piantone dello sterzo. Gli interni minimal non perdono quel tocco di esclusività che caratterizza tutte le creature più esclusive nate a Maranello.
La vettura a differenza delle sua antenate non ha alettoni e vistose appendici aerodinamiche. Ore e ore in galleria del vento hanno prodotto un bolide sensazionale. Nel retrotreno spiccano l’enorme diffusore e lo spoiler retrattile. Nel 2016, al salone di Parigi, fu presentata anche la variante scoperta, sempre in edizione limitata. Il motore e tutta la meccanica della Spyder erano in comune alla coupé.
Ora come si faccia a lasciare un’auto esclusivissima con un V12 di 65° a ciclo Otto, iniezione diretta e ad alimentazione atmosferica di 6262 cm³ con 800 CV a 9000 giri/min, 700 N·m di coppia a 6750 giri/min, sotto quintali di polvere è un mistero. La reazione di chi l’ha trovata in queste condizioni è esilarante. Sul parabrezza c’è chi ha scritto “wash me”, ovvero lavami con tanto di dito medio alzato. Insomma, c’è chi non ha preso bene la decisione del fortunato proprietario.