Le monoposto di Formula 1 rappresentano il meglio del meglio della tecnologia su quattro ruote. Lo scatto è, letteralmente, bruciante.
Le vediamo nel fine settimana sfrecciare alla velocità della luce sui migliori autodromi e circuiti cittadini al mondo, ma in pochi conoscono i dati effettivi delle prestazioni delle auto di Formula 1. Le monoposto moderne sono ad effetto suolo, grazie alla reintroduzione di una concezione finita in soffitta per 40 anni. Nel 1982, infatti, furono abolite anche per motivi di sicurezza.
Nel 2022 sono tornate in azione, in una chiave moderna, per arrivare a toccare vette prestazionali clamorose, nonostante la tipologia dei motori V6 ibridi sia rimasta la stessa. A cambiare è stata la conformazione aerodinamiche delle auto, molto più semplici rispetto a quelle della precedente generazione. L’obiettivo era quello di ricompattare il gruppo, dando anche chance a nobili decadute.
Ferrari, McLaren e Williams non hanno approfittato delle nuove regole per tornare ai fati del passato. McLaren e Ferrari hanno ottenuto dei podi ma gli obiettivi erano ben altri. La Scuderia modenese avrebbe dovuto rilottare per la conquista dei mondiali, dopo 15 anni avari di soddisfazioni. Nel complesso Leclerc ha ottenuto soli 3 successi sulle nuove auto ad effetto suolo, mentre Carlos Sainz ha vinto il suo primo GP di F1, nel 2022, al volante della F1-75 a Silverstone.
Nel 2023, dopo il secondo posto nei costruttori davanti alla Mercedes, sono addirittura peggiorati i risultati. La Rossa non ha indovinato le soluzioni tecniche migliori per accorciare il gap dalla concorrenza. L’unico progetto tecnico, realmente, valido è stato quello della Red Bull Racing. Quest’ultima risulta agile nei tratti misti e velocissima sul dritto, specialmente con l’ala mobile posteriore aperta. La RB19, in particolar modo, è imprendibile su qualsiasi pista e condizione. Max Verstappen sta battendo tutti i record della categoria.
Le vetture della categoria regina del Motorsport sono nate per performare, raggiungendo i 100 km/h da ferme in appena 1,7 secondi. Impiegano circa 3 secondi per arrivare a 200 km/h, mentre per sfondare il muro dei 300 occorrono appena 6 secondi. Si tratta delle prestazioni più elevati nell’automobilismo. Solo le potenti monoposto della Indycar, con motori Chevrolet ed Honda usate in America, riescono ad arrivare a quasi 380 km/h, su ovali come Indianapolis.
In termini di scatto, però, le F1 sono clamorose. Per poter sprigionare a terra tutto il potenziale c’è bisogno di un enorme carico aerodinamico. La ricerca della perfezione spinge, ogni anno, i tecnici in galleria del vento ad alzare l’asticella nello sviluppo di componenti sempre più all’avanguardia. L’attenzione che c’è dietro ad ogni auto è spasmodica, anche solo per guadagnare un millesimo.
La tecnologia è arrivata a dei livelli tali che, attraverso i computer, i team possono ricreare le sensazioni della pista con dei simulatori in modo da lavorare in alcune aree specifiche. Tuttavia, non è sempre agevole trovare corrispondenza tra i dati del calcolo computazionale e la realtà. Ne sa qualcosa la Mercedes che, con la vettura senza pance, avrebbe dovuto dominare la nuova era della Formula 1.
L’otto volte iridato, Marc Marquez, ha ingoiato un boccone amaro per un divorzio che è…
La Ferrari è pronta per andare a caccia dei titoli mondiali nel 2025, ed il…
Le carte carburante, note anche come fuel card, sono carte con le quali è possibile…
Fernando Alonso è ancora voglioso di lottare al vertice in F1, e con l'Aston Martin…
Si tratta sempre di due ruote, ma non vi è un motore a spingere l’ex…
Marc Marquez ha “sfruttato” il team satellite italiano per farsi selezionare dalla Casa di Borgo…