F1 fatta completamente a pezzi: l’accusa è di quelle pesantissime

C’è una atmosfera rovente nel circus della F1. In vista dell’appuntamento di Zandvoort è arrivata una critica che lascia riflettere sul futuro della categoria.

La Formula 1 è sotto attacco su più fronti. Da una parte il campione del mondo in carica, Max Verstappen, ha lanciato un allarme sul calendario troppo lungo e sfiancante che sta mettendo in ginocchio l’intero personale. The show must go on ma a queste condizioni diventerà sempre più complesso riuscire a gestire l’impatto ambientale degli eventi.

F1 fatta a pezzi
F1 (ANSA) – Tuttomotoriweb.it

C’è un controsenso in seno alla gestione imposta da Liberty Media. Arrivano annunci sul Net-Zero Carbon, da realizzare entro il 2030. Obiettivi virtuosi per una categoria più sostenibile con la riduzione dell’uso della plastica, così come la diminuzione degli sprechi in circuito e l’utilizzo di energie rinnovabili. Il progressismo green contrasta con la mancata revisione della logistica per diminuire gli spostamenti.

La missione di salvaguardare l’ambiente con 200mila miglia di spostamenti dell’intero carrozzone in giro per il mondo è piuttosto complessa con calendari dilatati. Nel 2024 si correranno ben 24 Gran Premi più 6 Sprint Race, per un totale di 30 corse. Il nuovo carburante 100% sostenibile dovrebbe essere introdotto sulle monoposto solo a partire dal 2026, in linea con l’introduzione dei motori ibridi di nuova gen con più elementi elettrici.

F1, che bordata da Greenpeace

L’attivista Benjamin Stephan ha annunciato che i proclami ecologisti del circus sono un “greenwashing” atto a buttare solo fumo negli occhi. Greenpeace è un’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista fondata in Canada, nella città di Vancouver, nel 1971. Greenpeace è nota per la sua azione diretta e non violenta per la difesa del clima, degli animali e di tutto l’ambiente.

F1, che bordata da Greenpeace
Sfide in F1 (Ansa) tuttomotoriweb.it

Negli ultimi anni l’attività è focalizzata sul riscaldamento globale, l’ingegneria genetica e la pesca a strascico. Greenpeace ha uffici nazionali e regionali in 41 Paesi. L’organizzazione riceve contributi individuali da parte di circa 2,8 milioni donatori e fondazioni no profit. Si tratta di tutte sovvenzioni private, ma non sono ammessi partiti politici, organizzazioni governative e aziende. La sede è ad Amsterdam e non è casuale che a poche ore dal Gran Premio d’Olanda sia divampata una polemica sul circus.

Secondo l’attivista di Greenpeace la categoria regina del Motorsport dovrebbe impegnarsi a dare un contributo forte all’ambiente. Negli ultimi anni vi è stata un’azione molto superficiale. “Se vuole utilizzare la sostenibilità come qualcosa di più di una foglia di fico, deve ripensare l’impronta di carbonio dell’intero Circus – ha annunciato Benjamin Stephan all’agenzia DPA – Dovrebbe essere più regionale, invece di pensare ad organizzare ben 24 gare per il 2024 e dunque facendo volare persone e materiali in tutto il mondo“.

La questione era già stata affrontata, in passato, dal quattro volte campione del mondo, Sebastian Vettel, ed altri personaggi di spicco. La F1 non sembra voler fare passi indietro, pensando solo al business con il lancio di tracciati cittadini negli States e in altre zone del mondo. Dalle parole bisogna passare ai fatti, ripensando, completamente, ai calendari del futuro.

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