In Giappone sono state prodotte vetture sportive meravigliose negli anni ’80 e ’90. Supercar che non avevano nulla da invidiare, sul piano tecnico, alle vetture italiane, ma ad un prezzo più alla portata.
Viene definito il Japan Domestic Market (JDM) e continua a regalare emozioni. Il mercato dei veicoli nipponici sta riscoprendo una nuova età dell’oro con il rilancio di bolidi senza compromessi. Le vetture studiate specificamente per quel Paese hanno caratteristiche uniche, proprio come la cultura giapponese.
Si tratta di auto veloci e curate, sul piano tecnico, in ogni dettaglio. Si utilizza il termine JDM, in senso allargato, per esaltare le auto sportive di origini nipponiche, ma tutto è nato per la produzione interna. Tra i brand più rappresentativi del mercato asiatico c’è Mitsubishi. La 3000 GT (o anche GTO, come chiamata in Giappone e nel Regno Unito) è un vero e proprio mostro che quando uscì sul mercato presentava soluzioni futuristiche.
La vettura fu lanciata nel 1990 ma potrebbe essere serenamente scambiata per una vettura attuale, su gentile concessione dei puristi di auto termiche. La vettura presentava soluzioni tecnologiche che avrebbero dovuto far parlare di sé per generazioni ma purtroppo sono state dimenticate troppo presto. La Mitsubishi 3000 GT aveva quattro ruote sterzanti e motrici, sullo stampo delle attuali Lamborghini Urus e Audi Q8.
Gli ingegneri nipponici avevano intuito le possibilità tecniche della soluzione in grado di garantire una tenuta di strada da sogno e un’agilità nei tratti misti da autentica supercar. Le ruote posteriori, sopra i 50 km/h, giravano nella stessa direzione di quelle anteriori, garantendo cambi di direzione fulminei, pur senza la sterzata opposta, nella fase opposta, delle ruote posteriori a bassa velocità.
Supercar, le caratteristiche della Mitsubishi 3000 GT
L’auto a trazione integrale poteva vantare un differenziale posteriore a slittamento limitato, andando a mettere a terra 300 cavalli che poi divennero 320, dal 1994 in poi, del 3.0 con 6 cilindri a V, doppio albero a camme in testa a 24 valvole, pompato al massimo da un doppio turbocompressore con un proprio intercooler. Tra le tante chicche della Mitsubishi 3000 GT c’era la possibilità, attraverso la modalità Sport, di aumentare la potenza e il rombo del motore.
Innovazioni che solo nelle macchine odierne siamo abituati a conoscere, attraverso l’elettronica, ma questa vettura degli anni ‘90 aveva già gli ammortizzatori adattivi e l’Active Aero. Il carico aerodinamico si settava, automaticamente, alle alte velocità, attraverso lo spoiler anteriore e posteriore per schiacciare la vettura sull’asfalto. Osservatela nel dettaglio nel video del canale YouTube Ricardo Martins.
La 3000 GT non ebbe un clamoroso successo di vendite e fu proposta in America con il nome Dodge Stealth, modificando qualche aspetto della carrozzeria e cambiando i loghi. Con la sola eccezione della rinuncia all’Active Aero, la Stealth aveva tutte le caratteristiche tecniche gemellate con la sorella giapponese. A volte anticipare una tecnologia può comportare il rischio di non essere compresi sino in fondo. La Toyota Supra, ad esempio, è rimasta nella storia ed è stata rifatta così come altri modelli di altre case giapponesi ma la 3000 GT non è stata capita sino in fondo, uscendo di produzione definitivamente nel 2000.