Attenzione se si dispone di una macchina elettrica. Se si rompe il conto potrebbe rivelarsi piuttosto salato.
Il 2035 è la data X in cui i veicoli elettrici prenderanno più forza sulle nostre strade sebbene, almeno stando a quanto decretato dalla Commissione Europea, dovrebbe essere ancora garantito il rilascio di automobili a benzina, purché il carburante utilizzato sia sintetico.
Per il momento però, non sembrano aver conquistato il cuore degli automobilisti e anche se i numeri sono in crescita, il livello resta basso. La questione dell’abbattimento delle emissioni nocive, benché nobile e condiviso, non pare essere sufficiente da convincere i più al passaggio.
Vi sono poi ulteriori fattori che scoraggiano l’acquisto, ad esempio il prezzo iniziale, solitamente molto elevato, piuttosto che l’opinione che non vi siano abbastanza colonnine di ricarica o che sia troppo complicato farle installare vicino alla propria abitazione, o ancora che l’autonomia con una sola ricarica sia troppo bassa per affrontare un viaggio lungo.
A questo proposito, nella valutazione negativa concorre anche la consapevolezza che se dal benzinaio ci si ferma pochi istanti, per un rabbocco di energia ci voglio diverse ore, a meno che non si compri un mezzo di di un certo prestigio, con annesso aumento della spesa al momento dell’acquisizione.
Prendendo in considerazione perlopiù questi contro, ci si dimentica che vi sono anche dei benefici, come la scarsa necessità di manutenzione, l’esenzione dal bollo per i primi cinque anni dall’immatricolazione. o le minori somme da sborsare per il recharge rispetto all’accesso delle normali stazioni di servizio.
Se dunque questa tecnologia abbia più pro o contro è difficile da dire, di certo c’è un rischio. Trattandosi di una tecnologia complessa, eventuali danni riportati potrebbero rivelarsi una bella stangata.
Nel malaugurato caso di un’incidente con una vettura normale, quella full electric ha infatti la peggio. cosa significa? Secondo un’indagine condotta dalla compagnia assicurativa Mitchell International, i costi di riparazione sarebbero molto più alti.
Il report dice che le richieste di risarcimento hanno un valore più elevato per gli EV, rispetto ai mezzi a combustione interne. Addirittura, nel secondo trimestre del 2023, l’esborso da parte delle assicurazioni è stato di 963 dollari in più negli States, mentre in Canada si è arrivati a un plus di 1.328 dollari.
Se poi la macchina in questione è una Tesla, allora le somme diventano ancora più importanti. Siamo infatti a 1589 dollari un più negli Stati Uniti e a 1600 dollari oltre in Canada.
La ragione di questi squilibrio è da ritrovarsi nell’esigenza di un 90,75% di pezzi originali per sistemare un’autovettura al 100% verde, mentre per quelle normali la percentuale scendo sul 66,5. Oltre a ciò va detto che le parti riparabili su un veicolo a zero emissioni sono in numero nettamente inferiore, si parla di un 13.49% contro il 19.20%.
Allo stesso modo la riverniciatura prevede quasi nove ore di lavoro, con le otto dei mezzi a benzina o a diesel.
Ci si può rincuorare con il fatto che solitamente dopo un sinistro le auto a spina continuano ad essere guidabili, poiché il motore è posizionato tra le ruote. L’unica eccezione è rappresentata dalla Casa gestita da Elon Musk. Chi possiede una Tesla dovrà stare attento ai tamponamenti per via delle componenti ad alta tensione inserite vicino al parafango posteriore.
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