Fernando Alonso non è nuovo ad uscita sopra le righe, ma stavolta si è superato. Ha mirato e affondato due mostri sacri della F1.
Alonso non è mai pago e anche nelle annate in cui ha fatto segnare degli incredibili passi in avanti in termini di performance, continua ad avere un pensiero piccante per i principali rivali. Non si sente secondo a nessuno e questo principio, a volte, lo porta a denigrare anche quanto compiuto dai colleghi in altri contesti e momenti.
L’età ha smussato alcune caratteristiche caratteriali di un pilota che ha il grande cruccio di non aver mai avuto in dote una monoposto da apertura ciclo, alla Schumacher, alla Vettel, o alla Hamilton nella precedente gen turbo ibrida o, attualmente, Verstappen sulle wing car. Va detto che Michael è stato il meno fortunato tra questi perché ha dovuto costruire, personalmente, l’armata giusta e ha atteso anni prima di laurearsi campione del mondo.
Seb e Lewis, invece, trovarono il piatto pronto, al momento giusto, cavalcando le rivoluzioni regolamentare con una fame di successi irrefrenabile. Il fenomeno di Hasselt, al contempo, dopo anni ad inseguire, nel 2021, ha potuto guidare un’auto da titolo e i risultati sono arrivati. Per chi, invece, è sempre stato ai margini, dopo il doppio trionfo iniziale, la questione è tutt’altro che chiusa. Alonso, infatti, avrebbe voluto ottenere più successi ma né in Ferrari né in McLaren è stato dotato di una monoposto, altamente, competitiva.
Nel 2010 e nel 2012 ha fatto il massimo per portare a casa un mondiale che lo avrebbe elevato ad autentica leggenda, dopo i fasti di Schumi e Raikkonen. I fan della Rossa, invece, dovettero ingoiare un boccone amarissimo, osservando i trionfi della Red Bull Racing. Stanco di arrivare secondo l’asturiano dichiarò, apertamente, che non avrebbe più messo piede a Maranello. I fatti gli hanno dato ragione con i secondi posti di Vettel e Leclerc, a distanze siderali da Hamilton e Verstappen.
Alonso, negli ultimi anni, ha alternato presunti attestati di stima e riconciliazioni con il suo ex teammate in McLaren Mercedes, Lewis Hamilton, ad altri di assoluto disprezzo. I risultati ottenuti dall’anglocaraibico, per quanto favoriti da monoposto da sogno, parlano da soli. Verstappen, invece, ha iniziato a vincere solo nelle ultime tre annate, dopo stagioni sofferte.
“Quando Hamilton è passato in Mercedes, non ha costruito nulla per diventare campione del mondo. È stato solo un cambiamento nei regolamenti che ha modificato tutto sulla griglia e ha così potenziato la Mercedes. Ritengo che lo stesso sia stato per Max. La Red Bull non è una squadra vincente grazie a lui, semplicemente un altro cambiamento regolamentare nel 2021 li ha portati a vincere tutte le gare adesso“, ha sentenziato a MARCA il #14.
Tutti i torti Fernando non li ha, ma forse dimentica che i suoi traguardi mondiali in Renault sono nati a causa di un cambio regolamentare atto a frenare la supremazia schiacciante della Ferrari di Michael Schumacher nel 2005 e nel 2006. Ma si sa l’erba del vicino è sempre più verde e Alonso invidia i titoli conquistati dai suoi acerrimi rivali.
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