La crescita della Dacia negli ultimi anni è stata da record, diventando una delle auto più diffuse alle nostre latitudini. Ecco i motivi del boom esponenziale.
Chi acquista oggi una vettura lo fa con la con la necessità, nella maggior parte dei casi, di dover risparmiare dei soldi. La crisi economica ha avuto un incidenza importante sulla diffusione delle vetture rumene. Dopo gli anni difficili della pandemia, l’invasione russa in Ucraina è coincisa con un innalzamento generale dei prezzi delle materie prime, toccando livelli di inflazione inimmaginabili.
L’auto per molti è una priorità assoluta e in tempi duri si cerca di risparmiare il più possibile. Per una azienda della fascia low cost questo è un momento d’oro. Le domande dei clienti aumentano, data l’impossibilità di scegliere top brand, ma serve anche un prodotto di buona qualità. Per quanto si possa immaginare l’auto rumena di basso profilo, dopo la lettura di questo articolo rimarrete con la bocca aperta.
La storia della Dacia non è così breve come potreste pensare. Occorre fare un salto indietro agli anni ’60, in piena cortina di ferro, con la divisione tra Unione Sovietica ed Occidente europeo. La Romania rientrava nel blocco orientale e la dittatura di Ceausescu non conosceva bassi standard. Il Paese avrebbe dovuto progredire con determinazione per garantire un futuro migliore alle generazioni di domani.
La Dacia, in Romania, ha avuto lo stesso impatto determinante che possiamo registrare con la FIAT alle nostre latitudini. Divenne l’auto del popolo, grazie ad una produzione massiccia. Le prime vetture dovevano rispondere, principalmente, ai requisiti di affidabilità. La crescita economica camminò di pari passo con una realtà che consentiva, di fatto, la possibilità di beneficiare dei primi modelli della casa a basso costo.
Il problema dell’epoca era legato alla produzione del motore, in quanto c’era bisogno di un grosso nome che potesse aiutare la Dacia ad espandersi. Fu indetto un bando a cui presero parte anche FIAT e Peugeot, ma alla fine riuscì ad essere selezionata la Renault. Il progetto di collaborazione con la Dacia diede vita, in principio, ad una vettura molto simile alla Renault 10.
La partnership funzionò alla grande con i successivi modelli che stavano impegnando la casa francese e si decise così di portare in terra rumena la vecchia 8, vettura versatile e alla portata di tutti. Fu commercializzata con il nome di 1100 e presentava il classico motore della 8, un R1130 con 48 cavalli di potenza e il cambio a 3 marce. Una volta ultimata la 12 prese vita la 1100S, diventando l’auto anche della Polizia rumena della dittatura.
Nel 1999 la Dacia potette rapportarsi con la Renault in un contesto di realtà democratica. Inizialmente fu acquisito il 51% dalla casa francese e poi nel 2004 si arrivò ad un totale di 220 milioni di dollari per il controllo completo dell’azienda rumena. In quasi 20 anni la Dacia è diventata un punto fermo, migliorando sotto tutti i punti di vista il suo listino e potendo fare affidamento sul know-how motoristico della Renault.
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