La ricarica delle auto elettriche è uno dei temi più importanti dei nuovi modelli. La batteria può essere rovinata in base al metodo utilizzato?
La velocità con cui carichiamo la nostra macchina elettrica può incidere sulla durata della batteria? Uno studio che è stato condotto negli Stati Uniti sembra sfatare questo mito.
Quando si pensa di acquistare una vettura elettrica i primi pensieri vanno senza dubbio a quella che sarà l’autonomia e alle ricariche da effettuare. Il problema più grande, infatti, può essere legato alla poca diffusione delle colonnine in giro per le strade o ai costi dell’installazione del wallbox a casa.
Una volta superato questo tipo di interrogativo si passa a quello sui tempi del rifornimento elettrico. Quanto impieghiamo per fare “un pieno” alla nostra auto a batteria? Esistono due metodi di ricarica, denominati AC e DC, ovvero a corrente alternata e a flusso continuo.
La prima è quella che comunemente troviamo nella rete domestica ed è pari a 230 Volt. Quasi tutte le strutture di ricarica per strada utilizzano questo metodo, che è ovviamente il più lento ma anche meno dispendioso. Impieghiamo circa un paio d’ore per fare un pieno e spenderemo circa 0,60 €/kWh. Al contrario con la DC si passa si ad una spesa di 0,90 €/kWh (di media) ma i tempi scendono sotto l’ora (di media).
Questo perché il flusso continuo ha una potenza di 200 kW, con alcuni picchi di 350 kW, che non tutti i modelli di auto sono però in grado di supportare.
Auto elettriche, la ricarica veloce non rovina la batteria: i risultati di uno studio americano
Ultimamente si è diffusa l’idea che utilizzare ricariche ultrarapide delle batterie delle auto elettriche possa in un certo modo rovinarle. Un’usura accelerata come avviene per i nostri smartphone, là dove per avere una prestazione migliore magari si compromette l’affidabilità.
In realtà questo pensiero rischia di essere profondamente fuori strada, almeno secondo quanto rivelato da un recente studio condotto negli Stati Uniti.
Recurring Auto ha analizzato i dati di 12.500 auto Tesla in Nord America, sentenziando che alla fine tra AC e DC non c’è grossa differenza di usura della batteria. La ricerca è stata applicata alle Tesla Model 3 e Model Y, con quest’ultima che ha palesato addirittura dei leggeri vantaggi nell’applicazione del flusso continuo di ricarica.
Questo chiaramente ha anche mostrato come le vetture dell’azienda di Elon Musk abbiano un perfetto grado di gestione della batteria, con sistemi di protezione del battery pack praticamente perfetti anche per il Fast Charge.
Al contrario, ad esempio, altri studi di qualche anno fa avevano mostrato come la Mitsubishi Outlander PHEV del 2019 aveva una perdita di oltre il 4% di capacità della batteria nel primo anno di vita.