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Chi fa il motore della Mini? Sotto il cofano c’è un big dell’automobile

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Davide Russo

La Mini è stata un’auto rivoluzionaria. Ha cambiato pelle rispetto alla prima serie, anche a causa e grazie al passaggio ad un noto brand tedesco.

L’icona inglese è diventata grande con l’aiuto di un marchio tedesco di primissima fascia. Nonostante il passaggio di proprietà i tratti distintivi del brand sono rimasti intatti. E insieme a Bentley, Rolls Royce, Lotus e Aston Martin la Mini è diventata una piccola grande leggenda britannica.

Mini (AdobeStock) – Tuttomotoriweb.it

La prima vettura fu svelata nel 1959, grazie ad una idea della BMC, con il nome di Morris Mini Minor e Austin Seven. L’auto ebbe un immediato successo e nacque un brand specifico. Il marchio Mini non aveva una gamma così ampia come quella attuale. Furono lanciate delle varianti dell’utilitaria, pur rimanendo ancora aderente alla primissima auto sviluppata dalla BMC.

Le caratteristiche erano chiare: la Cooper, fiore all’occhiello del listino, doveva essere bassa, larga e molto rapida. Divenne famosa perché risultò evidente il legame con una concezione quasi da go-kart, registrando grandi risultati nel Rally. La primissima serie fu immessa sul mercato nel 1959, e innovazione dopo innovazione, arrivò sino al 2000. Per resistere tre decenni nell’industria dell’Automotive occorre creare un autentico capolavoro d’ingegneria e di design e in UK ci riuscirono.

I motori delle moderne Mini

Nel nuovo millennio la Mini è tornata di moda anche per una nuova fascia di ragazzi. La BMW fiutò l’affare e acquisì il marchio prima di rilanciare il progetto. La nuova serie fu lanciata nel 2001 e fu un trionfo commerciale immediato. Il trionfo di vendite può essere paragonato al rifacimento della FIAT 500. L’utilitaria, gen dopo gen, è cresciuta in dimensioni e ha fatto divertite con la versione S.

Mini Cooper( Adobe) tuttomotoriweb.it

La nuova Mini, disegnata da Frank Stephenson, è stata proposta anche nella versione Cabrio e nella pepata John Cooper Works. L’attuale gamma Mini è prodotta negli stabilimenti di Oxford, in Gran Bretagna, ad eccezione delle Mini Countryman e Paceman, assemblate da Magna Steyr in Austria. Tutti i motori sono confezionati dalla BMW. I cambiamenti della nuova Mini Countryman stanno facendo discutere i puristi del brand.

Le motorizzazioni, al debutto, comprendevano un benzina 1.2 litri 3 cilindri benzina con 102 CV della più piccola Mini One, un 1.5 litri a benzina a 3 cilindri con 136 CV (sigla BMW B38), un 4 cilindri 2.0 a benzina (sigla BMW B48) che sprigiona 192 CV (178 CV dal 2021) per la Cooper S, 211 CV per la Cooper S con kit JCW Pro e 231 CV per la versione più cattiva. La Mini ha deciso di puntare con decisione sulla versione elettrica che, dal 2030, dovrebbe stravolgere il mercato.

La versione E presenterà un motore da 135 kW alimentato da una batteria con una capacità di 40,7 kWh. L’alternativa alla spina, invece, sarà equipaggiata con un motore da 160 kW con un accumulatore da 54,2 kWh. Sul piano estetico l’auto non tradirà lo stile classico inglese.

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Davide Russo

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