La Red Bull ha vinto, dominando, il suo sesto titolo mondiale costruttori. Ecco quale motore monta la devastante RB19.
Il Gran Premio del Giappone ha visto la Red Bull tornare a dominare dopo le difficoltà di Singapore, con Max Verstappen al top e la vittoria del titolo costruttori. Si tratta del sesto per una squadra che ha debuttato solamente nel 2005, e che ha messo insieme qualcosa di storico.
Il team di Milton Keynes è ormai il riferimento assoluto, un colosso della F1 che non ha eguali da nessun punto di vista. La sensazione è che se la partnership motoristica con la Honda fosse stata presente anche ai tempi in cui dominava la Mercedes, avremmo avuto dei campionati molto più combattuti.
Infatti, queste ultime stagioni dimostrano come la Red Bull sia la più forte in assoluto, e solo la power unit Renault che era poco potente e non affidabile ha rovinato i piani di Christian Horner e soci. A questo punto, scopriamo quale motore ha equipaggiato la devastante RB19.
Red Bull, ecco che motore monta la monoposto di F1
La Red Bull RB19 è dunque potenzialmente l’auto di F1 migliore e più vincente della storia, ed il suo segreto principale è l’aerodinamica ed il modo in cui sfrutta il fondo, l’elemento principale di queste vetture ad effetto suolo. Anche il lavoro svolto dalle sospensioni è ottimale sul fronte della gestione della gomma, ed anche in questo caso, non si può pensare di essere competitivi se non si trattano al meglio le mescole.
Tuttavia, un altro elemento fondamentale è la power unit, che al team di Milton Keynes è fornita dalla Honda. Dopo gli anni da incubo con la McLaren, la casa giapponese si è legata alla squadra di Christian Horner nel 2019, ed entrambe sono cresciute moltissimo nel corso della loro partnership.
Secondo quelle che sono le indiscrezioni, la parte ibrida del motore Honda sarebbe uno dei segreti della Red Bull, con una gestione ottimale della curva di potenza e del “dosaggio” dell’elettrico che non hanno eguali. Il nome del motore è Honda RBPTH001, dotata da in un motore 1.6 turbo ibrido, con bancate da 90°.
La potenza tocca i 1.040 cavalli, anche se si tratta di una stima, visto che i team non forniscono mai i dati completi su quella che è la potenza dei loro motori. La cilindrata è di 1.600 cc, con alimentazione ad iniezione diretta e turbocompressore. La distribuzione è a bialbero a 4 valvole per cilindro con punterie idrauliche.
Anche la parte elettronica è fornita dalla Honda, così come l’impianto elettrico. La frizione è in carbonio multidisco a comando idraulico, con cambio sequenziale ad 8 marce + RM a comando semiautomatico sequenziale. Il capolavoro è così completo, e per i rivali non sarà facile recuperare un gap di questo tipo.
Tuttavia, dal 2026 la Honda si legherà all’Aston Martin, mentre i campioni del mondo avvieranno la loro partership con la Ford, svelata all’inizio di quest’anno. La gran parte del lavoro sarà però svolta dai tecnici del Red Bull Performance Powertrains, la sede motoristica situata a Milton Keynes.
Qui sono stati raccolti i migliori tecnici motoristi strappati alla concorrenza, che sono pronti per lavorare a stretto contatto con gli uomini della Ford. Infatti, non è affatto corretto pensare che il team campione in carica andrà in crisi nel 2026, visto che non parliamo certo di sprovveduti.
Certo è che replicare la potenza e l’affidabilità della power unit Honda non sarà facile per nessuno, ma gli ingegneri potranno sfruttare il know-how accumulato in questi anni, per pensare di ribadire questa superiorità anche quando la F1 entrerà nella nuova era sul fronte motoristico.