Marc Marquez è il volto più noto della MotoGP. E’ tra i più seguiti social ed è, estremamente, somigliante ad un fenomeno delle quattro ruote del passato.
I piloti nell’animo si somigliano tutti, ma in questo caso Marc potrà anche specchiarsi nella sua immagine futura. Prima di vedere il fenomeno della Honda sotto l’ottantina ci vorrà mezzo secolo, ma è curioso il parallelismo con un principe del Motorsport. Il nativo di Cervera è tra i rider più forti di tutti i tempi. Gli infortuni lo hanno fermato nel momento di massimo splendore della sua carriera.
Lo spagnolo è stato falcidiato da guai fisici che lo hanno molto limitato negli ultimi anni. Se da una parte la spalla destra pare essersi rimessa in sesto, dopo 4 operazioni all’omero, per quanto riguarda la vista il problema è ancora uno spettro che aleggia intorno alla figura del trentenne. Marc ha avuto un primissimo caso di visione doppia ai tempi della Moto2. Avrebbe potuto vincere il Mondiale al debutto nella classe di mezzo, ma un crash in Malesia lo costrinse a saltare la decisiva ultima tappa valenciana.
Dovette dire addio al riconoscimento iridato. La diplopia è tornata nel 2021 dopo una brutta caduta sulla moto da cross in Spagna. In un test privato il #93 finì a terra, sbattendo violentemente la testa. Dopo essersi ripreso per la stagione 2022, nuovamente ricadde, stavolta in MotoGP, riaccusando il guaio alla vista. Nel 2023 si è infortunato alla mano, alla caviglia e al costato, dimostrando un carattere leonino a rimettersi in sella ad una Honda con più limiti tecnici che qualità.
Da quando si è fatto male a Jerez de la Frontera nel 2020 la carriera di Marc ha avuto una involuzione preoccupante. La soluzione potrebbe essere cambiare aria al termine di questa difficile annata, ma non è detto che tutto questo accada per un passaggio in un team di primissima fascia. Per un otto volte campione del mondo non sarebbe il massimo finire in una squadra satellite con materiale tecnico non aggiornato.
In attesa che decida il suo futuro, lo spagnolo dovrà riconoscere che, in passato, il Motorsport ha avuto una sua versione super cool impegnata nell’automobilismo. Jacques Bernard Ickx, per tutti Jacky, è stato uno dei piloti più forti della F1 a non vincere la corona. Nato a Bruxelles, il primo gennaio 1945, ha iniziato come Marc sulle moto, per poi impegnarsi anima e corpo alle vetture a ruote coperte e scoperte.
Dopo aver dimostrato un talento sopraffino nell’abitacolo di vetture turismo e monoposto di Formula 2, Ickx debuttò nel campionato mondiale di Formula 1 a 21 anni, in occasione del Gran Premio di Germania 1966. Sfiorò il titolo nel 1969, su Brabham, e nel 1970, con la Ferrari. Ha conquistato 8 successi, 4 hat trick, 13 pole position e 14 giri più veloci.
Se avesse avuto un’auto dominante avrebbe iscritto il suo nome tra quello dei campioni dell’albo d’oro della F1, come ha fatto nel 1979 nella serie CanAm con la Lola, nel biennio 1982 – 1983 nel campionato del mondo sportprototipi e nel 1983 nella Parigi-Dakar. Inoltre Jacky ha vinto in 6 occasioni la 24 Ore di Le Mans, una 6 Ore di Daytona e due volte la 12 Ore di Sebring. Nell’immagine in alto noterete come l’anziano Ickx sembri il padre di Marc.
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