Nella prossima annata Andrea Iannone tornerà protagonista in Superbike. C’è, però, un protocollo da rispettare piuttosto rigido.
Ne ha passate di tutti i colori Andrea Iannone. Dai fasti nelle classi minori del Motomondiale al raggiungimento dell’ambita sella della Ducati del team factory. E’ salito in alto nella vita l’abruzzese, facendo esperienze anche in Suzuki e Aprilia in MotoGP, ma sul più bello è crollato al tappeto per una sentenza che fa ancora molto discutere.
Andrea non vuole avere rimpianti nella vita e, dopo essere stato tanto tempo fermo ai box, scalpita. L’esperienza in Aprilia è stata stravolta dalla vicenda del doping. Ai tempi la casa di Noale non era in lotta per le prime posizioni della graduatoria, ma il nativo di Vasto si sarebbe potuto ancora confrontare con i migliori rider al mondo.
Del resto 13 vittorie e 35 podi totali nel Motomondiale non si ottengono per caso. Di talento Iannone ne aveva a iosa, ma è mancata la giusta abnegazione quando ha avuto la clamorosa chance di diventare l’alfiere di punta della squadra emiliana. Senza fare paragoni con Bagnaia, dotato di un bolide da sogno, Iannone non ebbe la possibilità di esprimersi al massimo, come oggi riesce persino ai ducatisti degli altri team satelliti.
Iannone, le regola antidoping della Superbike
Dopo quattro anni lontano dalla pista, il 17 dicembre 2023 Iannone avrà scontato la sua pena e ritornerà, a tutti gli effetti, a sentirsi un pilota di moto. Il centauro ha scelto la squadra satellite Ducati Go Eleven, diretta da Gianni Ramello e che gareggia con il pilota tedesco Phillip Oettl. Iannone ha incontrato Gianni Ramello per gli ultimi dettagli del contratto e avrà a disposizione una Panigale V4R con le stesse specifiche del team Aruba, almeno nella prima parte di campionato.
Si tratta di una gran bella occasione, anche perché in un futuro non troppo lontano dovrebbe liberarsi la sella del campione in carica Alvaro Bautista, prossimo alla quarantina. Il classe 1989 si è tenuto in forma smagliante ed è pronto a stupire nella categoria delle moto derivate di serie. Ha svolto dei test privati a Vallelunga e a Misano, ma l’intensità di un intero campionato sarà ben altra cosa.
Ma perché l’accordo non è stato ancora ufficializzato? Il motivo principale risiede nel codice antidoping di 75 pagine dell’associazione motociclistica mondiale FIM, che esplicita i requisiti dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA). Iannone ha vissuto numerose peripezie.
Prima di commettere qualche errore, come riportato da Speedweek.com, FIM e WADA vanno consultate. Il paragrafo 10.14.2 del regolamento prevede che un pilota può tornare ad allenarsi 2 mesi prima della fine della sanzione, cioè il 17 ottobre. A scanso di equivoci, per non incorrere subito in nuove violazioni, Iannone e il team Go Eleven si stanno confrontando con la FIM e la WADA. Manca poco alla fumata bianca.