Le auto di F1 sono un concentrato di tecnologia estrema. I piloti hanno la possibilità di innestare la marchia indietro?
Il 2022 avrebbe potuto rappresentare la più grande occasione per i vertici della categoria regina del Motorsport per riportare in auge le spettacolari vetture di un tempo. Partendo da un foglio bianco si sarebbero potute sviluppare monoposto più leggere e piccole, tuttavia le wing car sono rimaste oversize come le precedenti monoposto dell’era turbo ibrida.
Il peso a secco delle vetture attuali di Formula 1 è di circa 798 kg, a cui va aggiunto il pieno di carburante all’inizio di ogni gara ed il peso del pilota. Molti circuiti storici erano stati concepiti per vetture meno lunghe e meno larghe. Inevitabilmente tutto ciò ha avuto un impatto forte sulle performance ma anche sui sorpassi in pista.
Sotto il cofano le Formula 1 presentano sempre i motori V6 ibridi. Scelta che ancora divide ma ha fatto molto discutere anche l’importanza dell’ala posteriore mobile spalancata, senza la quale i sorpassi sono sempre più rari. Un tempo i piloti rischiavano manovre azzardate per sopravanzare gli avversari, sfruttando esclusivamente l’elemento della scia. Oggi basta azionare il tasto del DRS, in specifici punti del tracciato, per osservare le azioni banali dei protagonisti.
Nonostante determinati benefit le monoposto attuali sono particolarmente difficili da guidare a causa della estrema tecnologia di cui sono imbottite. Basti pensare ad un volante che sembra un vero e proprio computer. I driver devono considerare tantissimi settaggi e persino seguire, ad ogni settore o curva, le specifiche istruzioni degli ing. per estrarre il massimo potenziale possibile.
La retromarcia delle F1
La retromarcia nelle monoposto attuali esiste, ma viene utilizzata di rado. La FIA, infatti, non consente di effettuare pericolose manovre di retromarcia, ma soltanto nei casi in cui il pilota si trova in una condizione impedimento o pericolo. La vettura, inoltre, deve essere completamente ferma e il pilota deve mettere in folle. Una monoposto di Formula 1 è dotata di un cambio semi-automatico ad otto rapporti, più la retromarcia.
In seguito deve premere l’interruttore della retromarcia e il cambio, in una condizione arretrata, impiega diversi secondi prima di effettuare la manovra. Per questo motivo viene usato raramente e si preferisce un più repentino 180° per rimettersi in pista nella posizione corretta. Si perdono troppi secondi e tutto ciò risulterebbe, estremamente, deleterio. Vi sono stati casi eclatanti, come Lewis Hamilton a Imola nel 2021, ma non c’erano tante altre alternative per rimediare ad un suo errore sul bagnato.
La FIA vieta la retromarcia nella corsia dei box e non è possibile effettuarla in pista durante le sessioni, salvo motivi di sicurezza in determinate circostanze. Va ricordato come la visuale all’interno delle vetture sia piuttosto limitata e anche una retromarcia lenta e calcolata potrebbe creare una situazione di pericolo per gli altri 19 driver di F1.