La Ferrari ha avuto una buona seconda parte di stagione dopo un inizio da incubo, e la soluzione è stata davvero sorprendente.
Se dopo il Gran Premio d’Olanda ci avessero detto che la Ferrari si sarebbe giocata il secondo posto nel mondiale costruttori, nessuno ci avrebbe mai creduto. La SF-23 di Zandvoort era una monoposto che non stava in strada, e che in condizioni di gara normale, avrebbe concluso ai margini della top ten.
Tuttavia, sia Charles Leclerc che Carlos Sainz hanno detto che quello è stato un week-end fondamentale, dal momento che sono stati svolti tanti test per comprendere al meglio questa strana monoposto. Il successo dello spagnolo a Singapore è stata una boccata d’ossigeno, in vista di un rush finale molto combattuto.
La Ferrari è a soli 20 punti dalla Mercedes, ed ha ormai un margine netto su un’Aston Martin che è ormai quinta forza in griglia. Nella giornata di oggi, proveremo a capire i motivi per i quali la Rossa è cresciuta così tanto in questi ultimi mesi, a seguito di un lavoro davvero certosino.
Ferrari, soluzioni più semplici dietro alla rinascita
La stagione di F1 targata 2023 era iniziata in modo pessimo per la Ferrari, nonostante la grande fiducia che c’era attorno al progetto SF-23. Le prime gare hanno subito fatto capire come quest’auto non fosse performante, e già dai test del Bahrain si erano evidenziati dei grandi problemi nella gestione delle gomme.
La monoposto è stata rivoluzionata a Barcellona, quando è stata portata in pista un’auto molto diversa nella zona delle pance, abbandonando il concept del 2022. Secondo quanto riportato da “Motorsport.com“, i miglioramenti di queste ultime gare sono legate a soluzioni più semplici, che avrebbero permesso al Cavallino ed ai piloti di comprendere al meglio la vettura.
Secondo l’analisi, la Ferrari ha compreso che non serve estremizzare il pacchetto per cercare le prestazioni, ma è necessario ottimizzare il comportamento dell’auto per l’arco dell’intero giro. Ovviamente, questo è un discorso valido soprattutto per una monoposto come la SF-23 che è nata male e che non sarà mai all’altezza della Red Bull, ma in una stagione simile si poteva fare solo questo.
Uno dei grandi problemi, compresi in piena estate, era quella di cercare soluzioni continue ai problemi aerodinamici di base della vettura, cosa che portava ad avere tra le mani un’auto con una finestra di utilizzo molto limitata. Inoltre, questo rendeva la monoposto poco comprensibile anche per i piloti, e la prova sono le difficoltà di guida di Charles Leclerc, risolte con il nuovo fondo portato a Suzuka.
Questo elemento è perfetto per far capire la nuova filosofia di lavoro che si segue ora a Maranello. Il nuovo fondo non punta alla performance pura, ma all’aumento della stabilità nei curvoni veloci, anche per rendere la vettura meno scorbutica e sensibile al vento. Inoltre, un altro deciso miglioramento lo si è avuto attorno alla power unit, che tanti problemi aveva dato nel 2022 e sulla quale si sta trovando una quadra.
In particolare, un notevole miglioramento lo si è avuto nella gestione dell’elettronica con nuove strategie di utilizzo, che possono migliorare sia l’affidabilità che i consumi. Inoltre, anche la miglior gestione dell’ibrido ha avuto un impatto sul consumo delle gomme, che ora non vengono più “cucinate” come accadeva ad inizio anno.
La gara di Suzuka ha messo in mostra un notevole passo in avanti, dal momento che è stato vinto il confronto con la Mercedes su una pista ostica. A far paura c’è ora la McLaren, che in termini di up-grade è stata a dir poco eccezionale, e che dimostra come si possa risorgere anche in tempi di Budget Cap con il duro lavoro.