La F1 dei track limits? No, grazie noi siamo cresciuti con Schumacher (VIDEO)

In F1 si sta rasentando il ridicolo. In Austria, Qatar ed altri circuiti la questione track limits ha stravolto le classifiche e gli stili. Ecco come si guidavano le vecchie monoposto ai tempi di Schumacher.

La regola dei track limit è, assolutamente, una piaga che la categoria regina del Motorsport dovrà risolvere al più presto. La situazione è tutt’altro che pacifica, anche perché vi sono due diversi visioni sull’argomento. C’è chi ritiene che, per il semplice fatto che una regola esista, sia giusta e vada rispettata alla lettera e chi rifiuta, categoricamente, l’idea di correre in pista come su dei binari.

La F1 dei track limits
Schumacher Ferrari (Ansa) tuttomotoriweb.it

Il fatto che una regola valga per tutti in un autodromo non presuppone che sia utile ed intelligente. Per innovare, molto spesso, le menti illuminate della Federazione hanno creato più danni e confusione che altro. In passato c’era sempre stata una visione univoca della questione. Le vetture potevano superare i limiti della pista per strappare il miglior tempo, sia in qualifica che in gara.

L’idea di imporre dei track limits è nata per ovviare alle enormi vie di fuga che sono state costruite nelle moderne piste. I piloti, un tempo, rischiavano la vita anche per ragioni relative alla conformazione dei tracciati.

La presenza della ghiaia portava a pericolosi cappottamenti e le barriere erano molto più vicine alla pista, anche sui tracciati tradizionali. Oggi la questione, al massimo, rileva per i tracciati cittadini dove si raggiungono picchi di velocità sostenuta, come a Jeddah.

In quel caso, per ovvie motivazioni economiche, la FIA ha dato l’ok alla creazione di una pista ad alto tasso di rischio. In altri contesti, come in Qatar, dove avrebbero avuto carta bianca sono stati fatti errori clamorosi. La pista di Losail, nota principalmente per le sfide del Motomondiale, non ha dato un valore aggiunto al calendario, creando più polemiche che altro.

F1, che differenza con il passato

Un tempo la questione sui limiti della pista nemmeno si poneva. I piloti sfruttavano ogni cm sfruttabile per strappare il miglior crono. Le battaglie, inoltre, erano all’ultimo respiro anche perché ai piloti era concesso andare molto fuori dai cordoli, come vedrete in basso.

Oggi il trucco è accompagnare il pilota avversario fuori dalla traiettoria ideale. A quel punto è costretto ad alzare il piede perché se lo tenesse abbassato, accelerando oltre i limiti permessi per rispondere alla manovra, finirebbe per andare incontro a delle penalità.

A Leclerc, il collegio dei commissari sportivi del GP del Qatar, ha attribuito la colpa di non aver rispettato in quattro diverse occasioni i track limit nella Sprint Race. Il monegasco, partito sulle mescole soft, ha fatto una gran fatica a tenere in pista la Ferrari SF-23. Con difficoltà oggettive non ha guadagnato nulla in quei 4 frangenti, ma di fatto la decisione dei giudici ha fatto scivolare Charles fuori dai punti. Anche Lance Stroll sull’AMR23 è stato punito con 5 secondi per lo stesso motivo.

Occorre farsi delle domande sulla direzione intrapresa nel Motorsport. Osservando lo stile di guida di Michael Schumacher, ai tempi della Ferrari, in un video amarcord postato da Piero Ladisa, vi accorgerete come la questione un tempo nemmeno esisteva in F1.

Ora o si torna al passato e il vantaggio di superare i limiti vale per tutte, secondo lo stesso principio secondo cui un principio regolamentare è democratico, oppure dovranno essere modificati i tracciati, perché la Formula 1 attuale sta perdendo lo smalto dei giorni migliori.

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