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Mercato

Un modello senza precedenti, la casa italiana ha davvero superato le aspettative

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Davide Russo

Vi sono case storiche italiane che continuano a dare dei risultati clamorosi in termini di prodotto sportivo. Ecco un modello di moto che sta facendo impazzire il mondo.

Siamo soliti associare le migliorie tecniche made in Italy a marchi come Ducati o MV, ma vi sono tanti altri brand nostrani che per arte meccanica non sono secondi a nessuno. La Bimota, ad esempio, è una casa motociclistica italiana con sede a Rimini che ha fatto della esclusività il suo marchio di fabbrica. Nel 2013 l’azienda è stata acquisita da una società svizzera che ha lasciato la produzione in Italia.

Bimoto – Tuttomotoriweb.it

Il salto di qualità definitivo è arrivato con l’utilizzo della tecnologia giapponese. Nel 2019, infatti, la Kawasaki Heavy Industries ha ottenuto il 49,9% della società. Il nome del marchio romagnolo è l’acronimo delle prime due lettere dei tre cognomi dei soci fondatori Bianchi, Morri e Tamburini. Quest’ultimo è entrato, di diritto, nella storia dei designer motociclistici, grazie a dei masterpiece come la Ducati 916.

Ha disegnato le moto più leggendarie al mondo. Il medesimo spirito è confluito anche in Bimota. Tamburini è stato uno dei pilastri del brand italiano, combinando design, comfort e prestazioni da brividi in moto che non avevano nulla da invidiare ai competitor. L’arrivo di Kawasaki, sul piano meccanico, ha cambiato le carte in regola.

Il gioiello Bimota Tesi H2 presenta un motore 4 cilindri in linea sovralimentato di 998 cc, che sprigiona una potenza di 242 CV a 11.500 giri/min e una coppia massima di 141 Nm a 11.500 giri/min. Questo motore, derivato dall’iconico Ninja H2, consente accelerazioni mozzafiato e una top speed che fa tremare i polsi anche ai pro rider. La moto italiana può superare i 300 km/h. Il peso a secco è di 207 kg, vantando una maneggevolezza e una reattività senza pari nei tratti misti.

Le caratteristiche tecniche del modello top della Bimota

La moto emiliana presenta una struttura unica al mondo. Al posto della consueta forcella, la Tesi H2 presenta un mozzo sterzante. Si tratta di una tecnologia tutta italiana che consente di ridurre il beccheggio durante la frase di frenata. La guida risulta più piacevole e la risposta in uscita di curva è clamorosa. Il telaio ad Omega, realizzato con parti in lega di alluminio ricavate dal pieno, racchiude il potente motore, centralizzando le masse e mettendo in mostra una linea super aggressiva.

Le carenature della moto sino in fibra di carbonio CFRP e nei dettagli artigianali si nasconde tutta l’arte italiana. L’elettronica avanzata, garantita da Kawasaki, include ABS, KIBS, IMU Bosch, KCMF, KEBC, KQS, KLCM, KTRC e molte altre soluzioni all’avanguardia. L’idea di una moto dele genere è nata, già negli anni ’80, all’ingegner Pierluigi Marconi e Roberto Ugolini.

Dopo 30 anni, grazie alla partnership tra Bimota e Kawasaki, questo progetto da sogno è diventato una realtà. Il problema? Il costo è da autentica superbike. Con un prezzo di partenza di € 64.000, la Bimota H2 Tesi presenta anche costi di gestione elevati. Le esperienze di guida da sogno si pagano a caro prezzo.

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Davide Russo

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