In Formula 1 c’è spazio per delle prestazioni eccezionali, ed oggi vi parleremo del motore più potente di sempre. I dati sono da record.
La Formula 1 è lo sport dove si raggiungono le maggiori prestazioni in assoluto, dove tutto deve essere portato al massimo per fare la differenza. Al giorno d’oggi, l’elemento che fa la differenza in assoluto è l’aerodinamica, ed infatti, le auto vincenti non spiccano per velocità in rettilineo, ma per prestazioni in curva e gestione del degrado delle gomme, un qualcosa di del tutto diverso rispetto al passato.
Enzo Ferrari diceva che l’aerodinamica è per chi non sa fare i motori, concetto con il quale gli ingegneri di oggi dissentono. Tuttavia, il motore, definito oggi power unit, è ben differente da quelli che c’erano in passato, purtroppo, aggiungiamo noi. Dal 2014, infatti, il sound delle auto di Formula 1 è andato a farsi benedire, a causa dell’avvento dei sistemi turbo-ibridi che hanno fatto passare in secondo piano quel rumor celestiale che tutti conoscevamo.
Tuttavia, il passato di questo sport è stato pullula di grandi genialate dal punto di vista motoristico, con soluzioni che oggi non verrebbero mai approvate. Nelle prossime righe, vi parleremo del motore più potente della storia di questo sport, realizzato da un marchio che da troppo tempo non prende parte al Circus, ma che quando lo ha fatto, ha lasciato il segno in maniera importante.
Formula 1, ecco il motore che ha fatto sognare tutti
Di motori potenti in Formula 1 ce ne sono stati a bizzeffe, con delle tecnologie eccezionali considerando l’epoca in cui sono stati prodotti. Le power unit odierne producono oltre 1.000 cavalli, ma in passato, questa soglia era già stata superata. Il motore più potente di sempre è stato il BMW M12/13 1.5 litri, che fu il primo turbo a vincere il mondiale piloti, equipaggiando la Brabham di Nelson Piquet nel 1983, quella con la livrea Parmalat.
Oltre ad essere famoso per i grandi risultati famosi, deve la sua notorietà alla mostruosa potenza di 1.400 cavalli, che lo rendono il più prestazionale di sempre nella storia della Formula 1. Tuttavia, va specificato che in gara la sua potenza veniva limitata, se così si può dire, ad 850 cavalli, comunque un dato mostruoso, considerando che domare quella spinta con monoposto prive di controlli elettronici ed aiuti alla guida restava un’impresa per veri uomini.
Il motore ha una genesi lunghissima, visto che nacque ben prima dell’approdo della casa tedesca in F1 in qualità di motorista, ma poi fu portato in pista quando la BMW decise di fare il salto dalla Formula 2 alla massima formula, nel 1982. Si scelse di creare un legame con la Brabham di Bernie Ecclestone, e fu così che il motore M12/13 fece il proprio esordio.
Per essere omologato ed arrivare alla cilindrata imposta dai regolamenti di 1.5 litri, si scelse di lasciare inalterato l’alesaggio e di ridurre la corsa da 80 a 60 mm, portando così ad un innalzamento del regime di rotazione. Tuttavia, in quel 1982 il motore veniva ancora alternato a quello Ford-Cosworth che era più affidabile, mentre il BMW risultava ancora acerbo sotto questo punto di vista, in un’epoca in cui i ritiri per noie tecniche erano davvero molto frequenti.
Il 1983 fu l’anno in cui questo motore entrò nella storia della F1, venendo montato sulla Brabham realizzata da Gordon Murray, la BT52 con il design a freccia. Il motore era un 4 cilindri in linea e non aveva il frazionamento a V dei rivali, cosa che, già di per sé, lo rese ben diverso dalla concorrenza. Il suo regime di rotazione era di 9.500 giri al minuto, mentre i rivali, a 6 cilindri, toccavano gli 11.000 giri al minuto. Si scelse di adottare un unico turbo compressore, per evitare di andare troppo su con il peso, ed i risultati, come vi abbiamo detto, sono stati trionfali, portando al titolo mondiale piloti.