Ogni anno nella guida Michelin entrano ed escono dei ristoranti. Nel 2024 10 sono rimasti senza Macaron e altri sono stati declassati. Scopriamoli insieme.
La guida Michelin è una vera reliquia per tutti coloro che amano mangiare bene in viaggio. L’idea fu partorita da due fratelli francesi, André ed Edouard Michelin, fondatori della omonima società di gomme che compresero l’importanza del buon gusto in viaggio. Ai tempi, molto più di oggi, l’automobile rappresentava un lusso per pochi.
Considerate che nel territorio francese giravano appena 3000 auto. Le vetture non avevano avuto ancora il boom attuale, principalmente per una mancanza di soldi. Erano anni difficili dopo la prima guerra mondiale e le priorità erano altre. Si decise di investire in modo massiccio sull’acquisto di un’auto a partire dagli anni ’60 anche nel nostro Paese con la FIAT in primo piano.
André ed Edouard Michelin furono promotori di una iniziativa che rivoluzionò l’approccio alla ristorazione di qualità. Promossero la miglior esperienza culinaria possibile per chi si trovasse a girare il loro Paese d’origine. Inizialmente la guida era gratuita, ma dato che molti non apprezzarono il lavoro, nel 1920 la guida Michelin fu proposta al pubblico a 7 franchi. Con la diffusione delle auto in giro per la Francia e per il mondo, la guida ricevette una importanza sempre maggiore.
In sostanza i fratelli Michelin anticiparono un concetto di feedback e valutazioni che sono arrivate solo in epoca moderna nella nostra forma mentis, grazie ad internet. Non solo l’azienda è diventata la n.1 anche nel Motorsport, ma anche la bibbia della ristorazione divenne famosa, incassando cifre milionarie e diventando un best seller. Purtroppo tutto ciò che nasce da una passione poi rischia di trasformarsi in un business di portata mondiale.
Ogni anno c’è chi scala posizioni, chi entra e chi esce dalla lista dei ristoranti top. Nel 1957 il volume elencava già le location migliori d’Italia, tuttavia non c’era ancora la concezione che un ristorante Michelin fosse inaccessibile ai più. Era ancora una guida in cui, semplicemente, si trovava della qualità. Oggi i posti presenti sono sinonimo di esclusività e del nome dello chef.
Il Luogo di Aimo e Nadia a Milano (MI) e il Bracali di Massa Marittima (GR) hanno ricevuto una sola stella, perdendo lo status di doppio riconoscimento. C’è anche chi ha perso ogni presenza nella guida. Di seguito l’elenco dei locali interessati: La Fermata ad Alessandria (AL); La Bottega del 30 a Castelnuovo Berardenga (SI); Pietramare Natural Food a Isola di Capo Rizzuto (KR); Il Cascinalenuovo a Isola d’Asti (AT); Tano Passami l’Olio a Milano (MI); Ma.Ri.Na a Ostuni (BR); La Terrazza a Roma (RM); Casa Vicina a Torino (TO) e Pierino Penati a Viganò (LC).
Il Covid-19 ha dato una grossa mazzata in tal senso a molti ristoranti che sono stati costretti a ridimensionarsi. Lo Stivale conta, comunque, 395 ristoranti stellati. Un numero molto corposo. Il traguardo dei 400 è sempre alla portata, ma i ristoranti sopracitati non hanno meritato una permanenza. Potrebbero rientrare in futuro se la qualità tornerà ad essere stellata.
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