I volti distesi visti a Valencia per il secondo mondiale consecutivo di Pecco Bagnaia hanno già lasciato spazio a nuovi risvolti nel box della Ducati.
Sembrava tutto perfetto in casa Ducati, dopo il trionfo dell’alfiere di punta, ma la situazione in vista del 2024 si è già fatta tesa. Il titolo mondiale conquistato dal torinese all’ultimo atto ha, certamente, ristabilito un concetto chiaro per i competitor. La Desmosedici è la moto da battere e non sarà facile per nessuno strapparle un trionfo, a maggior ragione con un Marc Marquez in più nei roster dei ducatisti.
Nella prossima stagione i vertici della casa di Borgo Panigale potranno ammirare l’otto volte iridato in sella alla Desmosedici GP23 nel Team Gresini Racing e Franco Morbidelli, vice campione del campionato di MotoGP 2020, nel team Pramac. Il romano ex Yamaha prenderà il posto di Zarco, passato in Honda LCR, mentre Marc ha deciso di lasciare il team HRC per sposare questa nuova entusiasmante esperienza professionale.
Saranno loro gli osservati speciali ai test, ma l’attenzione è rivolta, naturalmente, ai centauri della squadra ufficiale. Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini, infatti, sono stati confermati. Martin avrebbe avuto delle chance se avesse conquistato il titolo, battendo il piemontese. Lo spagnolo, invece, ha sprecato una grandissima chance, risultando poco concreto negli ultimi decisivi GP della stagione.
A far spavento è anche la presenza, in ogni team Ducati, di almeno un centauro in grado di fare la differenza. Il Mooney VR46 potrà contare su Bezzecchi, terzo nel mondiale 2023, i fratelli Marquez punteranno al massimo traguardo, proprio come Martin e Morbidelli. I due vice campioni proveranno a mettersi alle spalle Bagnaia e Bastianini, a parità di moto.
Gli avversari diretti della casa di Borgo Panigale sono favorevoli a delle limitazioni. Honda, Yamaha, KTM e Aprilia, dopo le batoste prese nel 2023, hanno chiesto per la Ducati l’uso ridotto di pneumatici e l’abolizione di wild card in pista. Rientrando nella fascia più alta, con 8 moto in pista, la Desmosedici sarebbe la moto più penalizzata e Tardozzi non ci sta. Il manager, in una intervista al Corriere dello Sport, ha fatto capire che si tratta di una strategia tesa a frenare la supremazia della Ducati.
In passato nessuno si era lamentato così tanto del dominio di Yamaha e Honda. “Queste concessioni sono ingiuste. Negli ultimi 10 anni noi abbiamo lavorato moltissimo (per arrivare al top, ndr). Ora lo facciano gli altri. La verità è che non aiutano Honda e Yamaha, come KTM e Aprilia, ma semplicemente per favorire loro tolgono qualcosa a noi. Vogliono frenarci e ci provano così“, ha tuonato Tardozzi. Nel Paddock si respira già un’aria pesante, dopo i festeggiamenti di domenica scorsa.
Far crescere lo spettacolo, penalizzando i campioni in carica, rappresenta un colpo basso. Di sicuro, anche con queste potenziali variabili, la Ducati gode di una moto da sogno e di un roster di primissimo livello. La GP24 sarà ancor più veloce della GP23 e non ci sarà molto da fare se gli avversari non progrediranno in modo lampante.
Casey Stoner ha detto addio alla MotoGP a soli 27 anni, nel 2012. Dopo tutti…
La Red Bull dovrà chiudere il gap da Ferrari e McLaren, e per farlo potrebbe…
In casa Ferrari si lavora duramente in vista della stagione 2025, ed il Cavallino parte…
I piloti hanno le loro passioni e quando decidono che è arrivato il momento di…
In casa Ferrari si guarda con grande fiducia al 2025, ma Frederic Vasseur resta concentrato…
L’olandese continuerà ad essere l'alfiere di punta della Red Bull Racing nei prossimi anni. Ha…