Il Dottore ha corso in sella alla Ducati per un biennio prima della rivoluzione tecnica targata Luigi Dall’Igna. Quest’ultimo ha lanciato una bordata a Valentino Rossi.
Il nove volte iridato ha provato ad incoronarsi campione anche in sella alla Ducati. La scelta, ai tempi, fu dettata dalla difficile convivenza con Jorge Lorenzo al box della Yamaha. Dopo aver perso il braccio di ferro nel 2010 con il maiorchino, il centauro di Tavullia decise di traslocare nel team italiano che, dopo i fasti di Casey Stoner, non aveva più trovato la quadra.
Per Rossi fu una scelta che si rivelò essere fallimentare. Nel 2011 il campione aveva 32 anni e al massimo della forma, avendo lottato per i mondiali in quasi tutte le annate precedenti. Era convinto di poter portare la Desmosedici a livello delle moto giapponesi ma, in quel frangente, la squadra non era pronta. Nacquero accuse reciproche in merito a questo aspetto. Sarebbe dovuta essere la Ducati a mettersi a disposizione del centauro italiano per costruirgli una moto sulla base delle sue caratteristiche oppure si sarebbe dovuto adattare il numero 46?
Le difficoltà in sella alla Desmosedici furono immediate. Rispetto alla M1, la moto era telaisticamente molto più goffa e difficile da gestire nei tratti misti. Il suo punto di forza era la velocità di punta sul dritto. Valentino era abituato a moto agili tra le curve, ma l’approccio che necessitava la Desmosedici era troppo differente. La casa emiliana già non stava attraversando un periodo positivo sul piano dei risultati. Si era appellata a Rossi anche per una rinascita tecnica.
La prima stagione fu un fiasco. Il campione non festeggiò nemmeno un trionfo sulla Desmosedici, registrando un terzo posto in Francia nel 2011 e due seconde posizione nella stagione successiva. Nel secondo anno le cose migliorarono un tanto perché i tecnici decisero di ascoltare le richieste del pilota con il maggior numero di vittorie nella storia della MotoGP, ma tra veleni e performance di basso profilo, Rossi fece le valigie e decise di ritornare in Yamaha, ritrovandosi contro, ancora una volta, Jorge Lorenzo.
Valentino Rossi, le parole di Dall’Igna
Il centauro di Tavullia dimostrò coraggio a sposare il progetto in un momento nero della Ducati, ma non fu apprezzato. Oggi Marc Marquez ha scelto di abbandonare una nave chiamata Honda che stava per affondare per saltare sulla migliore moto della griglia. In ogni caso dopo l’esperienza con Rossi, la Ducati impiegò diversi anni prima di ritornare ai vertici. La differenza la fecero Dovizioso e Jorge Lorenzo che, pian piano, sotto la guida dei tecnici, capitanati dal geniale Dall’Igna, portarono in alto la squadra.
Dal 2020 la Rossa ha fatto faville, conquistando sempre il titolo costruttori. Nelle ultime due annate, proprio un prodotto dell’Academy VR46, ha conquistato il doppio riconoscimento piloti. Pecco Bagnaia ha vinto, anche ascoltando i consigli di Rossi. Il direttore generale Gigi Dall’Igna, in una intervista riportata su FP.it, ha ammesso che l’approccio però è cambiato. C’è una condivisione totale di informazioni e dati in Ducati.
“Questa è la nostra forza e lo abbiamo fatto fino alla fine: avevamo due piloti in corsa per vincere, eppure tutti hanno lavorato collaborando in maniera continua e se possibile aiutandosi. Vorrei ricordare come qualche anno fa una squadra avesse costruito un muro all’interno dei box. Noi ragioniamo in maniera completamente differente“, ha spiegato Dall’Igna con una frecciatina al #46.