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Motomondiale

E’ caos gomme in MotoGP: il caso Martin cambia gli scenari

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Davide Russo

L’ultima parte di campionato è stata caratterizzata dalle polemiche tra i due rivali alla corona della MotoGP in merito alla mescole. Ecco cosa bolle in pentola.

La mescola della discordia in Qatar è costata a Jorge Martin la possibilità di giocarsi, probabilmente, ad armi pari il duello con Bagnaia a Valencia. Con una condotta di gara normale sarebbe arrivato all’ultimo atto a pochissimi punti di distanza dall’alfiere della casa di Borgo Panigale. Il centauro del team Pramac, invece, è stato costretto ad ingoiare un boccone amarissimo.

Caos gomme (Ansa) tuttomotoriweb.it

In Qatar Jorge Martin, infatti, ha chiuso con una mesta decima posizione in gara, sprecando tutto il rimontone che aveva messo in atto nelle Sprint Race e nelle tappe precedenti. E’ stata una mazzata terribile ritrovarsi in gara, sin dalle prime battute, su una mescola che non performava come avrebbe dovuto. Martinator ha dovuto stringere i denti per raccogliere una manciata di punti, giusto per tenere ancora aperta la questione mondiale.

Le pressioni delle gomme sono state un tema rilevante in MotoGP anche in passato. Tantissime polemiche sono sorte sul gommino di Rossi e sui presunti favoritismi che avrebbero avuto determinati piloti con determinate case. L’introduzione di una nuova regola che imponeva un valore minimo da rispettare almeno per il 50% dei giri della gara lunga e per il 30% di quelli della Sprint ha, sicuramente, creato un bello scossone, post summer break, ad un ambiente che avrebbe bisogno di maggiori garanzie di continuità.

MotoGP, è caos gomme

Le nuove regole sui weekend di gara raddoppiati con le gare brevi hanno creato stravolgimenti inaspettati. La tecnologia attuale consente, naturalmente, una implementazione dei sensori e il raccoglimento di dati in tempo reale. In caso di prima infrazione era previsto, semplicemente, un richiamo. Dalla seconda infrazione, invece, scattava la penalizzazione in pochi secondi: prima 3, poi 6 ed infine 12, una volta arrivati alla quarta violazione.

Novità MotoGP (Ansa) tuttomotoriweb.it

Il sistema, GP dopo GP, si è collaudato e le penalizzazioni sono state limitate. Nel caso in cui un rider dovesse essere trovato con un valore inferiore a quelli indicati dalla Michelin, infatti, scatterebbe la squalifica dalla classifica della gara fin dalla prima infrazione. Immaginatevi quante polemiche in caso di un duello mondiale. Il responsabile della Michelin, Piero Taramasso, in una intervista rilasciata a Motorsport.com ha parlato della questione con schiettezza.

E’ tutto abbastanza aperto credo – ha sancito il tecnico – Ci sono già delle idee per il 2024, ma dobbiamo ancora discuterne e trovare delle soluzioni. In questo momento non posso dare una risposta definitiva, ma ne parleremo ed è possibile che ci siano dei cambiamenti, anche se non so ancora rispetto a cosa. La cosa abbastanza certa, però, è che tutti sono disposti a discuterne e a migliorare gli aspetti più critici del sistema. Questo comunque andrà fatto in concerto con Dorna, FIM ed IRTA“.

Se le pressioni sono troppo basse si rischia di mettere a rischio l’integrità dello pneumatico, visti gli enormi carichi sull’anteriore delle MotoGP. I valori a freddo sono diversi di quelli a caldo, creando reazioni differenti. “Non tutti i team utilizzano le termocoperte con le stesse temperature. Inoltre, lo stile di guida del pilota e le caratteristiche della moto sono delle discriminanti che possono generare pressioni a caldo molto differenti. Diciamo che si potrebbe fare, ma in ogni caso si finirebbe per penalizzare certi piloti e certe moto“, ha spiegato. Si stava meglio quando si stava peggio, anche in MotoGP.

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Davide Russo

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