Il circus della F1 viaggia ad una velocità impressionante. Il mondo della categoria regina del Motorsport non conosce soste e la Ferrari già si proietta al 2026.
La rivoluzione dei nuovi motori ibridi con più parte elettrica è già cominciata. Le scuderie lavorano su due fronti. Da una parte c’è da progettare il prossimo biennio con attenzione, ma il lavoro sui motori del futuro è essenziale per non farsi trovare impreparati al nuovo cambio regolamentare. Le monoposto saranno, leggermente, più piccole e leggere, sempre sul concetto dell’effetto suolo, ma le grosse novità saranno sotto al cofano.
I nuovi motori dovrebbero bilanciare quasi in modo equo la parte termica e quella elettrica. Il sound potrebbe subire un impronta ancor più green, ma oramai non si torna più indietro. La sostenibilità è diventata una tappa fondamentale del processo della Formula 1 2.0. Tutto quello conoscevamo e apprezzavamo in passato, oggi, è stato stravolto in relazione di un raggiungimento di un obiettivo ambizioso come il Carbon Zero nel 2030.
In casa Ferrari c’è l’esigenza di tornare a lottare per il Mondiale entro il 2026, seguendo il diktat del Presidente John Elkann. Per farlo non si possono più sbagliare progetti. La SF-23 si è dimostrata una monoposto non all’altezza del talento dei ferraristi. Nonostante la vittoria di Sainz a Singapore, il gap dalla RB19 è risultato incolmabile.
La Ferrari è arrivata al terzo posto, alle spalle anche di una appannata Mercedes. Di questo passo la Rossa non potrà ambire a grandi traguardi se non con un cambio totale delle regole. Sainz è convinto che si possa battere la concorrenza. Ecco perché il 2026 risulta essere una tappa fondamentale del percorso di crescita della Scuderia. I nuovi motori dovranno essere performanti, affidabili e più sostenibili. Non sono più ammessi altri passi falsi. Sono già trascorsi più di 15 anni dall’ultimo riconoscimento iridato del Cavallino.
Al banco prova, nella factory emiliana, si è avuto il primo borbottio del 6 cilindri turbo destinato al 2026. Come riportato da Motorsport.com i primi test sono stati molto positivi. C’è la ferma convinzione che il nuovo corso possa regalare soddisfazioni. Il gruppo diretto da Enrico Gualtieri ha chiuso la primissima fase e ora si procede con la parte più complessa del progetto affidato a Wolf Zimmermann.
Il motorista è consapevole che la riduzione della parte termica dovrà essere colmata con un surplus di quella elettrica, come disposto dalle nuove regole della FIA. Si teme un passo indietro, ma non è detto che le monoposto risulteranno meno performanti nei tempi sul giro. Si era detto lo stesso con le nuove wing car, ma di fatto c’è stato un netto miglioramento. Intorno al 6 cilindri verrà elaborato un packaging diverso rispetto a quello a cui ci siamo abituati in questa gen di PU ibridi. I nuovi carburanti a impatto zero, con l’introduzione di e-fuel o bio-fuel, rappresenteranno un’altra grossa novità. Ci sarà da divertirsi, intanto a Maranello sono già accesi.
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