Le vetture di Formula 1 hanno fatto dei passi in avanti notevoli in termini di affidabilità. Ecco quanti km possono percorrere le nuove Power Unit.
Ogni singolo elemento sulle Formula 1 è spremuto all’inverosimile per estrarre prestazioni top. Nulla è lasciato al caso e i motori rappresentano il cuore pulsante delle wing car. Dal 2022, infatti, i vertici hanno deciso di rispolverare dei concetti aerodinamici che erano rimasti quasi dimenticati e aboliti, nel 1982, per motivi di sicurezza. Sono così state rilanciate le monoposto ad effetto suolo.
Si tratta di auto da corsa che rimangono attaccate all’asfalto grazie a dei fondi super elaborati. Rispetto alla precedente gen di vetture è stato limitato il rake, prediligendo vetture meno puntate sull’anteriore che viaggiano alle massime velocità come ventose al suolo. Il rischio in passato era rappresentato dal fatto che, in caso di perdita di aderenza, le vetture tendevano a sollevarsi e finire per schiantarsi. I fondi e tutti gli elementi aerodinamici moderni rendono le wing car velocissime.
Ad essere rimasti uguali rispetto al passato sono i motori ibridi V6. Naturalmente con il necessario contenimento dei costi tutti i team hanno dovuto fare i conti con il congelamento delle Power Unit. Si può andare ad operare sulla sicurezza, ma di base chi ha acquisito un vantaggio tecnico, come Honda che motorizza Red Bull Racing ed AlphaTauri, ha conservato un dominio e lo avrà sino al termine del campionato 2025. Dal 2026 verranno lanciati dei nuovi motori con un maggior equilibrio tra parte termica ed elettrica.
I presupposti saranno diversi per accrescere lo spettacolo e, conseguentemente, si potrebbero avere anche meno prestazioni. Si punterà a battaglie accese con sorpassi in rapida successione. La Ferrari è rimasta spiazzata. Almeno questi sono i piani dei vertici della F1, ma già in passato si era parlato della possibilità di avere più duelli, grazie ad una aerodinamica semplificata che tendesse a non creare troppe turbolenze tra le auto. L’aria sporca, così come il DRS, continuano ad essere due fattori determinanti nella moderna Formula 1.
Rispetto ad un passato glorioso, fatto di sperimentazioni e spese pazze, le auto di F1 attuali hanno bisogno di durare più a lungo possibile. Il regolamento, infatti, ha imposto un limite di 3 Power Unit in una intera annata, altrimenti si finisce per incappare in penalità. I calendari, tra l’altro, sono sempre più lunghi. Per questo motivo oggi, nei weekend, si deve anche pensare a non forzare al massimo i motori. L’obiettivo è farli durare oltre i 2500 km. Un tempo la vita media di un motore di F1 era 350 km.
I driver dell’attuale griglia hanno imparato a gestire ogni minimo aspetto per estrarre il massimo potenziale dalle monoposto. Si tratta di una evoluzione che per molti è una involuzione. I piloti sembrano più attenti a gestire in modo oculato i settaggi e le mescole che concentrarsi sullo spremere al massimo gli oltre 1000 CV delle wing car 2.0.
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