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Il prossimo campionato di F1 sarà il 75esimo ad assegnare un riconoscimento piloti. Ai nastri di partenza la favoritissima è la Red Bull Racing motorizzata Honda. L’erede della RB19 sarà perfezionata in ogni dettaglio per permettere a Max Verstappen di strappare altri record. Si tratterà di una sfida, per la prima volta, lunga sulla distanza di 30 gare, divisi tra 24 Gran Premi e 6 Sprint Race.
Un numero di appuntamenti impensabile fino a qualche anno fa. Lo scorso anno non si disputarono le sfide a Imola e in Cina. Stavolta non dovrebbero mancare all’appuntamento, andando a comporre il calendario più lungo di sempre. La prima sfida si terrà sabato 2 marzo in Bahrain. I tifosi sperano di non assistere ad un altro monologo del drink team. Nella passata stagione, infatti, la RB ha conquistato tutte le tappe ad eccezione della sfida vinta da Sainz sulla Ferrari SF-23.
A Maranello sono corsi ai ripari con una nuova vettura che sarà, totalmente, nuova per il 95% dei componenti. Si tratterà di un progetto diverso rispetto alle prime due wing car che, spremute al massimo con aggiornamenti mirati, non hanno potuto tenere il passo del concept di Adrian Newey. Non sarà facile riuscire a raggiungere il livello della squadra austriaca con sede a Milton Keynes, dovendo anche progredire sul piano dell’affidabilità.
Stesso discorso vale per Mercedes che, a sua volta, ha fallito miseramente i primi due progetti di auto ed effetto suolo. La rivoluzione del 2022 avrebbe dovuto garantire una battaglia serratissima al vertice tra diversi team con GP più emozionanti e sorpassi in rapida successione, grazie a vetture con una aerodinamica semplificata. Nella sostanza, invece, si è assistito ad un dominio con nessun precedente nella storia della massima categoria del Motorsport.
Il circus, nonostante uno spettacolo piuttosto monotono, è seguitissimo nel mondo. La pandemia e il successo della serie TV Netflix Drive To Survive ha aiutato ad allargare una platea di nuovi fan. La nuova gestione di Liberty Media ha avuto risultati strepitosi in termini di fatturato, portando la F1 a Miami, Las Vegas, Jeddah e in altri angoli della terra. A dicembre la chiusura è prevista sempre nei paesi arabi tra Qatar e Abu Dhabi.
I social hanno reso i piloti dei fenomeni assoluti. Ai puristi interessano ancora le azioni in pista dei protagonisti del circus, ma c’è una nuova gen che sembra più interessata alle vicende extra pista. Una vecchia guardia, come Hamilton, Alonso, dopo gli addii di Raikkonen e Vettel, ancora resiste in questo mondo, ma c’è un forte divario culturale rispetto ai giovanissimi della nuova guardia.
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