Abbiamo avuto modo di intervistare Franco Picco, storica presenza della Dakar. Ecco le sue sensazioni ed un aneddoto su Valentino Rossi.
Siamo entrati negli ultimi giorni della Dakar 2024, quella in cui Carlos Sainz sta sognando il colpaccio al volante dell’Audi, ma anche quella del dramma di Carles Falcon, pilota di moto che è appena scomparso a seguito di un drammatico incidente. Nel corso della storia di questa gara, l’eroismo è stato sempre uno degli aspetti più importanti, ed un rappresentante in tal senso è il nostro Franco Picco, che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Nato a Vicenza il 4 di ottobre del 1955, ha corso la sua ultima Dakar lo scorso anno all’età di 67 anni, al volante di una Fantic XEF 450 Rally, portandola al debutto in questa competizione. Nel corso della sua carriera, ha partecipato per 29 volte alla Dakar, chiudendo al secondo posto nel 1988 e nel 1989. La nostra intervista è esclusiva TV Play, a cura della redazione di Tuttomotoriweb.it.
Franco Picco, ecco le sue parole
Il mito di Franco Picco meritava di essere raccontato, e con l’aiuto del giornalista Giorgio Bungaro siamo riusciti a contattarlo ed a farci raccontare qualche curioso aneddoto.
Alla tua prima Dakar avevi parlato di uno spavento che avevi avuto nel deserto, che ti fece pensare anche di dire addio a questa corsa. Cos’è che ti ha fatto cambiare idea?
“Credo sia stato tutto merito dell’entusiasmo che ho trovato quando sono tornato a casa, la gente era davvero orgogliosa di me. Non vedevo l’ora di finire la gara, che mi sembrava senza regolamenti e difficili, rischiavamo tanto. Quando sono tornato tutti mi accolsero in modo trionfale, ero diventato un volto famoso. Da lì ho cambiato vita, ed anche la seconda Dakar mi fece pensare di smettere, ma poi ci si ripensa e si pensa a come migliorare“.
Dopo aver fatto la Dakar, Petrucci ha detto di aver riscoperto il piacere di andare in moto. Come la vedi la differenza con la pista, credi ci siano più soddisfazioni nella gara che fai tu?
“Se ne discuteva anche qui da noi in questi giorni. Tutti dicono di ammirarci, ma io quando sono andato a Misano e mi sono incontrato con Valentino Rossi, e gli ho chiesto come facevano a fare quel curvone a quella velocità. Gli dicevo che erano dei pazzi, ma lui mi rispose che, in realtà, i pazzi eravamo noi. Quindi, per come la vedo io, ognuno ha il proprio mestiere, io mi trovo molto sicuro in ciò che faccio. Petrucci è stato straordinario due anni fa quando ha preso parte alla Dakar. Ebbe un problema il secondo giorno e rimase molto indietro. Lui vinse la tappa, anche se ovviamente era stato molto indietro per tutta la gara. Vincere la tappa è un grandissimo traguardo, ma lo ha fatto perché era partito in 40esima posizione, non ha dovuto aprire le danze. Lui ha fatto tutto alla grande, aveva un team al top, ed ora nel nostro team sta accadendo qualcosa di simile, con un altro pilota che ha avuto un problema tecnico e che partirà in una buona posizione. Danilo è stato sicuramente bravissimo.