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Formula 1

Sebastian Vettel, nuovo retroscena sulla Ferrari: nessuno riesce a capacitarsi

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Davide Russo

Il quattro volte iridato, Sebastian Vettel, ha lottato con il coltello tra i denti nel 2017 e nel 2018 per detronizzare Lewis Hamilton. E’ emersa una indiscrezione che non farà piacere al tedesco.

Sebastian Vettel è stata l’anima della Ferrari dal 2015 al 2020. Scelse di abbracciare la sfida più ardua, dopo i fasti nel team Red Bull Racing con l’obiettivo di ripercorrere le orme di Michael Schumacher. A differenza del Kaiser, i successi più importanti nel Motorsport nella vita di Vettel sono arrivati molto presto. Il tedesco, dopo un debutto da applausi con la Toro Rosso, trovò il modo di infilare una striscia di 4 Mondiali di fila dal 2010 al 2013.

L’ammissione su Sebastian Vettel (Ansa) tuttomotoriweb.it

Era irrefrenabile al volante delle vetture progettate da Adrian Newey, a tal punto da mettere in crisi anche un fenomeno come Fernando Alonso che, nell’abitacolo della Rossa, fallì in due occasioni l’appuntamento con la gloria, proprio a causa dei trionfi del competitor della Red Bull Racing. Dopo aver sofferto, enormemente, la concorrenza interna di Daniel Ricciardo, nella sua ultima annata con la RB, Seb decise che era arrivato il momento di dire addio al mondo dell’energy drink.

Nella scorsa era ibrida della F1 la Mercedes ha fatto incetta di successi, piegando la concorrenza. In tante occasioni si è dato piena responsabilità al tedesco per i mancati successi, ma in realtà la Mercedes era di un altro pianeta. La vettura teutonica aveva trovato in Lewis Hamilton il suo alfiere di punta. Fatta eccezione per la vittoria mondiale di Nico Rosberg, nel 2016, l’anglocaraibico ebbe vita facile al fianco di Bottas, eguagliando Schumacher a quota 7 riconoscimenti iridati.

Quello che doveva essere il sogno di Vettel si trasformò nella gioia del rivale. Con l’addio del fido destriero Kimi Raikkonen e l’arrivo a Maranello del giovane prodotto della FDA Charles Leclerc le cose si complicarono enormemente per Seb. Nel 2019 il monegasco diede una severa lezione all’ex RB, conquistando due successi e numerose pole position. Se ha chiuso la sua esperienza in Rosso l’anno successivo, dopo 14 trionfi e due titoli sfiorati nel 2017 e nel 2018.

L’ammissione su Sebastian Vettel

Stanco della pressione mediatica di Maranello ha trovato al volante dell’Aston Martin una serena ultima fase di carriera. Ha preferito lasciare al termine del 2022, non essendo rimasto colpito dalle nuove monoposto ad effetto suolo. Il rapporto con la tifoseria della Scuderia modenese è sempre stato molto forte. C’è, però, chi non gli ha perdonato determinati errori pesanti.

Sebastian Vettel con Hamilton sul podio (Ansa) tuttomotoriweb.it

Sul piano tecnico le Ferrari guidate dal tedesco, nelle seconde parti di stagioni, non sono mai state sviluppate a dovere nella seconda parte di stagione. Chi ha lavorato al fianco di Seb conosce pregi e difetti del numero 5. Il motorista della Scuderia, Modesto Menabue, in una intervista esclusiva rilasciata ai colleghi di Formula1.it, ha dichiarato che il problema è stato il lavoro della squadra nell’aiutare il pilota nella sua difficile lotta punto a punto contro Lewis Hamilton.

Vettel? Credo che non abbia funzionato il lavoro del team per aiutarlo. In Ferrari non c’è la mentalità di dire ‘dopo 5 GP puntiamo su chi è davanti in classifica’. Esistono i giochi di squadra, gli inglesi insegnano. La F1 è nata in Inghilterra, non a Maranello come alcuni credono”. Nel 2017 i problemi sono iniziati a Singapore, al via: potevamo vincere, andava gestita…”, ha confessato l’ex motorista Modesto Menabue.

Il tecnico della Rossa ha sparato a zero anche sulla gestione di alcune incertezze di squadra: “C’era una superiorità di macchina. Credo abbia avuto un calo di concentrazione. L’ingegnere lo avvisava di non spingere via radio, ma alla fine ha spinto ed è andato fuori. Ennesimo campionato (2018) buttato. Credo che soffrisse Hamilton, a differenza di Verstappen, come Max ha dimostrato nel 2021″.

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Davide Russo

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