In MotoGP gli organizzatori stanno provando di tutto per tenere alti gli ascolti. Le nuove norme hanno lasciato i fan senza parole.
La classe regina è diventata un monomarca Ducati. Quest’ultima ha fatto incetta di trionfi, lasciando le briciole agli avversari. E’ accaduto per tantissimi anni anche alle case giapponesi, ma con sportività gli avversari avevano accettato la supremazia schiacciante di Honda o Yamaha. Queste ultime ora sono scivolate indietro in graduatoria, risultando attardate sul piano tecnico, e lamentandosi della Desmosedici.
Nel pieno rispetto dei regolamenti la Ducati ha puntato allo sviluppo di una moto sensazionale. La Desmosedici GP-23 è stata tra le migliori moto di sempre. La M1 e la RC213V sembrano moto vecchie di almeno 10 anni nel confronto con la Rossa. Senza tanti giri di parole lo ammise anche il campione del mondo 2021, Fabio Quartararo, osservando una vecchia Yamaha di Jorge Lorenzo. E’ come se le case giapponesi non avessero più investito nel Motorsport da anni, complice anche la pandemia.
Lo stesso declino si è avuto anche in Superbike, dove nelle ultime due annate la Panigale ha demolito le case giapponesi. Per equilibrare una situazione sempre più squilibrata, la Dorna ha deciso di concedere delle concessioni ai concorrenti. In sostanza le squadre sono state divise per scaglioni. Yamaha e Honda, rispettivamente, penultima e ultima della graduatoria costruttori avranno più test, motori, mescole e possibilità di crescita per tornare a lottare per le posizioni di vertice.
La squadra più penalizzata è la Ducati che nella scorsa annata ha portato in trionfo tantissimi rider. L’unico rider a rimanere a bocca asciutta, sia nelle SR che nei GP, è stato Luca Marini. Quest’ultimo prenderà il posto di Marc Marquez in HRC. Il fratello minore non ha vinto nemmeno una gara, ma dovrà rifondare la squadra di Tokyo. Per il Cabroncito, invece, si sono aperte le porte della squadra Gresini.
MotoGP, la scelta di Dorna
La pandemia di Covid-19 ha sconvolto il panorama per i brand nipponici. Il Giappone si è fermato completamente, mentre in Europa hanno continuato a lavorare e le differenze ora sono sotti gli occhi di tutti. Il nuovo format delle SR ha, ulteriormente, accentuato il gap. Il boss Ezpeleta ha ricordato che in passato quando Honda e Yamaha erano campioni del mondo, fecero la stessa cosa, aiutando la concorrenza.
“Quando hanno vinto i mondiali sono state generose da permettere concessioni alle altre marche, che le hanno sfruttate per ritornare ad essere competitive e parliamo di Ducati, Suzuki, KTM e Aprilia – ha sancito Ezpeleta – Il limite della MotoGP è di 22 GP, perché pensiamo sia il numero corretto e perché abbiamo un accordo con team e costruttori. Francamente ritengo che non vadano fatte più gare, ma ritengo che ridurre il numero non sia ugualmente corretto. In Spagna dopo il 2027 penso che non avremo più quattro gare“.