Non è necessario essere un appassionato di motociclismo per associare un numero ad un volto. Valentino Rossi, figlio di Graziano Rossi, ha usato da sempre il numero 46 in carriera, costruendoci sopra un impero.
La fama di Valentino Rossi è mondiale. Il centauro di Tavullia è stato addirittura protagonista di due fumetti a lui dedicati, il più noto è “Quarantasei” di Milo Manara. Rossi gode da sempre di una grande popolarità per il suo carattere estroverso, ma soprattutto per le sue trovate per festeggiare le vittorie assieme ai membri del fan club.
Il 31 maggio 2005 è stato insignito della laurea magistrale honoris causa in comunicazione e pubblicità per le organizzazioni dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Alla fine dello stesso anno la Arnoldo Mondadori Editore ha pubblicato “Pensa se non ci avessi provato”, autobiografia del campione, scritta con il giornalista Enrico Borghi.
Tra i piloti più titolati del motociclismo, in virtù dei nove titoli mondiali conquistati (cinque dei quali vinti consecutivamente tra il 2001 e il 2005), è l’unico fenomeno nella storia del motomondiale ad aver vinto il titolo in quattro classi differenti: 125, 250, 500 e MotoGP. Valentino Rossi è famoso per le sue vittorie ma soprattutto per i duelli con lo storico rivale Max Biaggi detto il “Corsaro”. Nei primi anni scontri, sia verbali attraverso la stampa, sia fisici durante lo svolgimento delle gare.
Un dualismo nato alla vigilia della stagione 1998, quando a Suzuka il pilota romano disse “prima di parlare con me, sciacquati la bocca” – all’indirizzo del pesarese, il quale aveva appena ereditato l’Aprilia 250. Lo scontro raggiunse l’apice a Barcellona nel 2001, al termine della gara della classe di mezzo, quando i due italiani vennero quasi alle mani.
In precedenza, sempre in quel 2001, in Giappone era avvenuto uno degli episodi più emblematici nella querelle tra Biaggi e Rossi, quando nel corso della gara dapprima il romano aveva superato il rivale allargando scorrettamente il braccio, facendo rischiare al pesarese una caduta ad oltre 200 all’ora, e pochi giri dopo lo stesso Rossi aveva restituito a Biaggi il sorpasso mostrandogli nell’occasione il dito medio.
Rivalità che oggi non potrebbero, probabilmente, esistere. Nei primi anni 2000 emerse poi il dualismo con Sete Gibernau, con il quale l’italiano si contese i primi mondiali della neonata classe MotoGP. Più acceso è stato, invece, il testa a tesa tra Rossi e Casey Stoner, arrivata a un punto di non ritorno in occasione della spettacolare corsa di Laguna Seca 2008.
La storia nel museo di Valentino Rossi
A cavallo degli anni 2000 e 2010 il rivale n.1 di Rossi divenne, per la prima volta un teammate: Jorge Lorenzo. Una situazione degenerò, invece, con un altro pilota spagnolo, nel Gran Premio della Malesia 2015, quando un aggressivo corpo a corpo fra i due si risolse nella caduta di Marc Marquez. Ritenuto colpevole dai commissari, il numero 46 fu retrocesso all’ultimo posto della griglia per la successiva ed ultima corsa del campionato a Valencia, vedendo svanire le sue possibilità di celebrare il decimo titolo mondiale andato all’altro rivale Lorenzo.
Dopo il ritiro nel 2021 il Dottore si è dedicato all’automobilismo. Se fosse interessati a visitare il museo dedicato al campione di Tavullia e toccare con mano le sue tante imprese sportive, vi basterà recarvi a Tavullia. Si tratta di un posto dove, in ogni angolo, si respira la passione per i motori.