Non sono giorni facili in casa Red Bull, e dopo il caos scoppiato attorno a Christian Horner, c’è anche un timore sulla vettura.
Manca ormai una sola settimana al 15 di febbraio, la data nella quale vedremo finalmente la tanto attesa Red Bull RB20, la monoposto favorita per la conquista dei titoli mondiali. Il team di Milton Keynes ha optato per una logica evoluzione del progetto che ha dominato lo scorso anno, portando a casa la bellezza di 21 vittorie su 22 gare. Di certo, avere dalla propria parte un fenomeno come Max Verstappen fa una grande differenza, anche se la situazione non è del tutto rosea.
Nelle ultime ore è infatti esploso il caso Christian Horner, accusato di aver inviato foto a luci rosse ad una sua dipendente. Subito è stata aperta un’indagine interna da parte dell’azienda austriaca, con fonti della stampa che parlano di una sorta di macchinazione orchestrata da Helmut Marko per prendere il potere e far mettere da parte Horner.
Secondo quanto emerso, Horner verrà ascoltato venerdì, e subito dopo si capirà se potrà proseguire o meno come team principal. La Red Bull ha dunque questo grattacapo da risolvere, ed al giorno d’oggi, in cui errori di questo tipo vengono puniti molto severamente, non ci stupiremmo se i vertici decidessero di mettere alla porta il manager britannico.
La Red Bull, indipendentemente da quanto accadrà a Christian Horner, partirà da grande favorita, con la RB20 che è pronta per mostrare il suo potenziale. Tuttavia, il vulcanico Adrian Newey conserva dei dubbi su questo progetto, e la sua paura è che si possa essere stati troppo conservativi rispetto alle rivali, le quali hanno dovuto osare per provare a chiudere il gap.
Ecco le sue parole: “Con la RB18, la prima vettura della nuova era, siamo riusciti a gestire bene i fondamentali in termini di ricerca, architettura della macchina e layout generale. Il risultato è stata una buona auto, che siamo poi riusciti a sviluppare in maniera positiva, soprattutto per quanto riguarda la seconda parte di stagione“.
Newey ha poi aggiunto: “La RB19 è stata una naturale evoluzione dell’auto di due anni fa, i punti principali del lavoro erano un normale sviluppo aerodinamico durante l’inverno e lo studio su cosa si potesse cambiare nelle sospensioni per fare dei passi in avanti. La chiave di queste auto ad effetto suolo non è solo nell’aerodinamica, ma è in come questa si sposa con il telaio. La nostra nuova vettura, in tal senso, sarà una terza evoluzione di quella di due anni fa“.
Il geniale tecnico di casa Red Bull ha poi espresso una preoccupazione proprio su questo aspetto: “Non sappiamo se abbiamo fatto la scelta giusta o se risulterà essere troppo conservativa, ovviamente in relazione a ciò che gli altri andranno a proporre. Dovremmo dedicare un gruppo di lavoro a nuove idee? Oppure, l’unica altra alternativa è quella di continuare a spingere ed a sviluppare seguendo la direzione che abbiamo intrapreso. Le risorse, come sappiamo, sono limitate, non si può fare ciò che si vuole. Abbiamo sviluppato ciò che abbiamo e ci auguriamo che sia la scelta giusta“.
Newey ha poi concluso: “Nel finale della scorsa stagione siamo stati in grado di vincere tutte le gare tranne quella di Singapore, ma tutti erano subito dietro di noi. La pressione è alta e ad Austin abbiamo rischiato di non vincere. Abbiamo dovuto rischiare facendo una sosta in più ed è stato Max a fare il resto. A Las Vegas erano Leclerc e la Ferrari i più veloci in assoluto, ma anche in quel caso, è stato Verstappen a fare la differenza“.
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