Uno dei segreti della Toyota sta proprio nella produzione. In un car market sempre più spersonalizzato e spersonalizzante, i tecnici della casa nipponica sono rimasti aderenti alle tradizioni.
La Toyota è diventata la prima casa costruttrice al mondo per un motivo chiaro: costruiscono le vetture meglio degli altri. Spesso nell’industria dell’Automotive si seguono dei trend e poi c’è chi le mode le crea. I produttori giapponesi rispecchiano il DNA locale: serietà, affidabilità e tanto lavoro. C’è una cultura ben precisa dietro la fabbricazione delle loro auto.
Nessuno più di Toyota ha saputo creare una connessione tra presente, passato e futuro senza lasciarsi accecare dalle contraddizioni in seno all’elettrico. Quando si è trattato di investire per la creazione di vetture ibride, a ruote alte o ad idrogeno i tecnici hanno saputo interpretare al meglio le dinamiche produttive del mercato.
Per ora non hanno sbagliato un colpo. La fretta di lanciarsi sulle EV ha minato, ad esempio, le certezze di una diretta rivale come VW. Il Gruppo Volkswagen si è lanciato con troppo anticipo su modelli che non hanno fatto la differenza sul mercato. In Toyota ogni mossa è stata studiata con cura. Dalle vetture a trazione integrale ai primi SUV, senza rinunciare a quel tocco di sportività che aveva caratterizzato anche i primi modelli nelle sfide rally. Un connubio che ha generato un listino, nel tempo, sempre più completo e vicino alle possibilità della fascia media.
La fabbricazione delle Toyota
Nella gamma italiana sono, attualmente, presenti, nelle loro varie versioni, Aygo X, C-HR, Corolla, GR86, Highlander, Hilux, Land Cruiser, Prius, Prius+, ProAce, Rav4, e Yaris, rispondendo presente nei vari segmenti. Tanti modelli hanno la versione full hybrid. Con la Prius i tecnici hanno sperimentato tanto per poi allargare a tutti i principali modelli la tecnologia. Il listino Toyota, da berline ad utilitarie, rappresenta il massimo della tecnologia.
La storia di Toyota si lega anche ai successi nel Motorsport a 360°. Hanno fallito in Formula 1, ma in tutti gli altri ambiti hanno scritto pagine di storia. Il team ottenne 13 podi e 3 pole in F1, tuttavia furono 8 anni caratterizzati da problemi tecnici e con troppi bassi.
L’obiettivo della casa nipponica era quello di lasciare un segno. Oggi sono riusciti ad espandersi, commercialmente, in tutte le zone del mondo. Sbarcarono negli Stati Uniti già dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’incremento di immatricolazioni della Toyota fu arrestato nel 2011 solo dal disastro di Fukushima. A distanza di qualche anno la Toyota si è ripresa alla grande. Nel 2019 il fatturato andò oltre i 220 miliardi di dollari.
La casa giapponese presenta factory in tutto il mondo, ma la produzione avviene per lo più in Giappone con 14 stabilimenti. Toyota, Scion e il marchio di lusso Lexus sono arricchite da Daihatsu e Hino Motors, produttore di autocarri e autobus. Nel 2019 il Gruppo Toyota ha completato anche un accordo azionario del 5% con Suzuki. L’espansione, oramai, non ha limiti ma sono rimasti fedeli alle tradizioni nel nord est del Giappone e nelle zone centrali.