L’ex team principal della Ferrari, Mattia Binotto, dopo un anno di pausa, lontano dalle vetture, tornerà protagonista in una nuova veste.
Mattia Binotto ha lasciato più ombre che luci nell’ambiente del Cavallino. Dopo una vita spesa dietro le quinte, l’ingegnere di Losanna è stato rimosso dal suo incarico di team principal a fine 2022, dopo 4 anni avari di soddisfazioni. Parafrasando le parole del Presidente della Ferrari, John Elkann, la Rossa avrebbe dovuto tornare al top, lottando per la conquista del titolo.
Dopo aver ben figurato nel 2017 e nel 2018, la SF90 con Binotto t.p., nel 2019, è rimasta nella storia per lo scandalo delle PU. Il motorista svizzero, colto con le mani nella marmellata, dopo dei controlli della FIA, scelse per chiudere la faccenda con un accordo segreto con la FIA. La scelta creò un danno d’immagine notevole per la Scuderia modenese, oltre a creare una ammissione di colpevolezza. La squadra non provò a difendersi dalle accuse.
La vicenda macchiò anche le prime vittorie di Charles Leclerc al volante della Rossa, a Spa e Monza, e l’ultimo trionfo in F1 di Sebastian Vettel. Rimasero scolpite nella pietra le parole di Max Verstappen che, dopo il verdetto, che limitò le performance del motore della SF90, disse: “In Ferrari hanno smesso di barare“. Una figuraccia che non costò il posto al tecnico, anche per una fase di assoluto oscurantismo. La morte di Marchionne aveva lanciato in orbita il rampollo della famiglia Agnelli, acerbo alle dinamiche del circus della F1.
L’annata 2020 fu caratterizzata da 0 vittorie e fu una delle peggiori stagioni di sempre. Se non fosse stato per un magnifico Charles Leclerc, probabilmente, la Rossa avrebbe concluso alle spalle anche dello Junior Team della Red Bull Racing. Le Power Unit della SF1000 e della SF21 non diedero chance ai ferraristi. La battuta d’arresto ha segnato anche la carriera del monegasco. Finalmente, nel 2022, con il nuovo regolamento tecnico la Rossa sembrava aver fatto dei passi in avanti.
Le illusorie vittorie di Leclerc nei Gran Premi iniziali della stagione, in Bahrain e in Australia, avevano riacceso l’entusiasmo. La scelta di puntare su Carlos Sainz al posto di un 4 volte iridato come Vettel, decisa da Binotto, si rivelò essere un altro buco nell’acqua. Nella sua esperienza a Maranello lo spagnolo ha ottenuto appena 2 vittorie. A Leclerc, nel complesso, non è andata di lusso. Non ha mai avuto una monoposto all’altezza del suo talento, collezionando appena 5 trionfi totali.
Nel 2023 la monoposto progettata sotto la guida tecnica dello svizzero ha collezionato appena un successo, nella tappa di Singapore. I risultati sin qui non hanno dato ragione alle intuizioni prese da Mattia Binotto. La Ferrari, invece, pare aver fatto bene a chiudere la porta allo svizzero, anche perché con Vasseur è iniziata una nuova fase. Binotto non ha trovato spazio al muretto di un top team di F1.
L’ex team principal della Ferrari lavorerà nell’industria dell’Automotive. A Binotto è stato affidato il coordinamento strategico della divisione E-Powertrain della Texa. Mattia Binotto è diventato consigliere delegato dell’azienda, affiancando Bruno Vianello, Presidente e CEO, Eugenio Razelli, Vicepresidente, e Massimo Varaschin, Consigliere. Lavorerà nella progettazione, produzione e fornitura di componenti legati all’elettrificazione di vetture sportive.
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