In F1 vi sono stati stravolgimenti epocali negli ultimi anni. Uno dei problemi principali è legato al sistema di punteggio che pare aver dilatato le graduatorie.
C’era una volta una F1 semplice e comprensibile da tutti i piloti della griglia. In seguito, invece, il sistema si è molto complicato con novità che hanno fatto storcere il naso ai puristi. Fondamentalmente tutti i driver della griglia preferirebbero il vecchio circus, al di là dei proclami opportunistici, ma con la cessione a Liberty Media si è avviata una strada senza svolte ad U.
Il focus, precedentemente, era sulla pista, come naturale dovrebbe essere. Oggi il vincitore di una tappa ottiene 25 punti, più 1 punto extra per il giro più veloce. Le P1 degli albori della F1 valevano 8 punti, mentre bisognava concludere nei primi 5 posti per ottenerne punti. Ai tempi il sistema era elementare, anche perché era abbastanza rudimentale anche la tecnologia e i cronometraggi.
Una regola particolare dell’epoca riguardava le vetture condivise. Accadeva sovente che un driver potesse cedere la propria vettura qualora si fosse ritirato. I punti venivano divisi tra i due driver, al di là dei km percorsi.
Nel 1958 arrivò il turno del campionato costruttori, che al tempo conteggiava solo il miglior risultato del team nel Gran Premio. Nel 1960 arrivò la prima grossa novità con l’aggiunta dei punti anche per la sesta vettura classificata. Il primo prendeva 8 punti, il secondo 6, il terzo quattro, il quarto tre, il quindi due e il sesto un punto. Fu abolito il punto per il giro più veloce.
Dal 1961 al 1990 le norme rimasero le stesse, ma fu aggiunto, opportunamente, un punto in più al primo classificato. La regola sugli scarti rese spettacolare anche molte contese. Risultò decisiva nel 1964 per Graham Hill che perse il mondiale in favore di John Surtees, mentre nell’1988 Ayrton Senna la spuntò su Alain Prost. Dal 1979 vennero considerati i risultati di ambo i driver nelle classifiche costruttori.
F1, i sistemi di punteggi moderni
Dagli anni ’90 sino al 2002 furono portati a 10 i punti per il vincitore, creando un solco di 4 punti sul secondo. Dal 2003 al 2009 furono attribuiti punti ai primi 8 della classifica. La P1 rimase legata sempre a 10 punti, mentre furono aumentati gli altri piazzamenti. Il secondo prendeva 8 punti, il terzo 6 punti, il quarto cinque punti, il quinto 4, il sesto 3, il settimo 2 e l’ottavo un punticino.
L’evoluzione del sistema di punteggio nella storia della Formula 1 è proseguita con una rivoluzione totale a partire dal 2010. Vennero attribuiti punti ai primi 10 classificati su 20 vetture in pista. Un salvagente per i team minori per rendere anche più viva la sfida nel midfield. In seguito, nel 2019, è tornato anche il punticino extra per il giro più veloce, sempre con un piazzamento nei primi 10.
Nel 2021 sono state introdotte le Sprint Race che hanno attribuito punti extra. In sei gare brevi il sistema segue le seguente logiche: primo classificato: 8 punti, secondo classificato: 7 punti, terzo classificato: 6 punti, quarto classificato: 5 punti, quinto classificato: 4 punti, sesto classificato: 3 punti, settimo classificato: 2 punti, ottavo classificato: 1 punto. Non sono previsti punti per il giro veloce.