Il bicampione del mondo, Casey Stoner, non ha risparmiato pesanti critiche ai centauri di questa generazione. Ecco cosa si è lasciato sfuggire.
Casey Stoner nei pochi anni in cui ha corso in MotoGP ha dato tutto a rischio di rimetterci la propria salute. Quando è salito ai vertici, compiendo un vero e proprio miracolo in sella alla Ducati Desmosedici nel 2007, si è fatto conoscere da mezzo mondo, diventando uno dei rivali più talentuosi di Valentino Rossi.
L’australiano è stato un pilota leale, un giovane determinato ad eccellere ed un campione spontaneo. Rispetto ai rider attuali sapeva come affrontare il pubblico senza voler risultare simpatico a tutti i costi o politicamente corretto. Alle parole e ai sorrisi faceva corrispondere i fatti. Ha spesso sparato a zero sulla categoria, dimostrando di poter essere il migliore senza troppi filtri e scenette post GP.
Riuscì a piegare la resistenza di Dani Pedrosa e Valentino Rossi pur non avendo tanta esperienza in top class. Le battaglie senza esclusioni di colpi con il Dottore sono state meravigliose.
Il fenomeno della Gold Coast guidava moto ben più complicate rispetto alle attuali Rosse in MotoGP. I prototipi sono andati nella direzione di uno sviluppo tecnologico estremo. Stoner proveniva da una vecchia scuola del motociclismo. I mezzi dovevano essere potenti e al limite della sicurezza perché era il manico del pilota a fare la differenza.
Nell’epoca moderna appare più la moto a prevalere sul talento del singolo. Oggi un campione come Marc Marquez o Fabio Quartararo senza l’ausilio di una Ducati Desmosedici GP-24 non possono fare granché.
Sono costretti ad arrabattare posizioni di rincalzo. Il talento non basta più per vincere. Le MotoGP attuali sono un concentrato estremo di tecnologia con soluzioni aerodinamiche clamorose, ma sono più facili. Oramai sono diventati dei caccia terra-terra con alette, appendici e innovativi sistemi di pilotaggio.
Ducati, l’annuncio di Stoner
Per rivedere più sorpassi ed uno spettacolo genuino occorrerebbe fare un enorme passo indietro, andando a privilegiare le skill dei top rider. L’esempio lampante in tal senso è Pecco Bagnaia.
Sebbene sia risultato il migliore ducatista negli ultimi 3 anni molti hanno avuto la sensazione che non abbia dimostrato ancora al 100% di valere una posizione dominante, a parità di titoli, di chi lo ha preceduto nella casa di Borgo Panigale. Bagnaia è arrivato nella squadra corse ufficiale al momento giusto? Ecco la verità secondo Stoner della MotoGP attuale.
“Ora escono dalle curve e tutti hanno il controllo della trazione che funziona allo stesso modo – ha affermato Stoner in una intervista a Motosan.es. – L’unica area in cui possono fare una piccola differenza è la frenata ed è per questo che vediamo così tanti errori e incidenti in quella fase. È un peccato perché non riesci a vedere il vero talento. Ci sono piloti che riescono a stare davanti o in buone posizioni, non grazie al talento ma a quanto sono sicure e facili le moto“.
Una bordata ai ducatisti attuali che usufruiscono di una Desmosedici da sogno. “Mi sono ritirato nel 2012 e nel 2016 ho preso parte ai test ufficiali e da subito sono stato veloce, senza alcuno sforzo. Nei miei tre anni da tester Ducati sono caduto solo una volta, in Austria, e in ogni sessione di test sono stato il più veloce. Le moto di oggi sono simili e non lasciano spazio per fare la differenza“, ha concluso Stoner.