Se credete che le cifre che ballano in SBK siano, decisamente, più basse della classe regina del Motomondiale vi sbagliate di grosso. Ecco il dato.
Si tende, erroneamente, a credere che il mondo delle competizioni delle moto derivate di serie per loro stessa natura risulti molto più economico rispetto a quello della MotoGP. Di sicuro gli stipendi dei piloti non sono paragonabili e il materiale tecnico non è sviluppato per mettere in pista dei prototipi destinati, esclusivamente, al Motorsport, ma si raggiungono cifre altrettanto importanti.
Negli ultimi anni lo sviluppo delle moto che prendono parte alla SBK ha avuto un restyling quasi completo. Oramai sono dei concept, prestazionalmente, quasi vicini ai bolidi della top class, e va detto che gran parte della responsabilità è proprio della Ducati. Non è mai stato un campionato economico, tuttavia la casa di Borgo Panigale ha alzato l’asticella con il lancio della V4 Panigale con specifiche da gara.
Le moto giapponesi sono rimaste attardate in questa sfida e, a ruota, tutti i costruttori si sono dovuti adeguare. Lo scenario attuale è tutt’altro che positivo perché la crisi pandemica ha generato uno scenario molto più caro. A finire nel mirino spesso sono i top brand che investono importanti cifre per lo show dei centauri della SBK.
Negli anni lo spettacolo si è ampliato con nuovi format di gara e un calendario più corposo. Nel 2024 i vertici hanno compreso che per limitare gli spostamenti internazionali sarebbe stato meglio impostare tutti gli appuntamenti in Europa, eccezion fatta per la gara d’apertura a Phillip Island, in Australia.
Per coloro che sognano di gareggiare nella massima categoria delle moto derivate di serie sono previste spese di altissimo spessore. Il numero di sfidati è di 23 rider. Vi sono tantissimi team clienti che usufruiscono di materiale tecnico da Honda, Yamaha, Kawasaki, BMW e soprattutto Ducati. Proprio come in MotoGP le moto emiliane sono diventate il punto di riferimento in pista. Negli ultimi anni la supremazia di Alvaro Bautista è risultata così marcata da portare gli organizzatori a zavorrare il fenomeno spagnolo per cercare di equilibrare la competizione.
I ducatisti, in sella ad una Panigale V4R, sono 6 nel 2024. La grande novità è rappresentata da Nicolò Bulega, vincitore del campionato Supersport con Ducati nel 2023, fresco teammate di Bautista. Vi rappresentiamo alcuni dei costi per correre in Superbike.
Sulle colonne di Motoblog.it sono emersi diverse voci di spesa: biglietti aerei: 27.000,00, Hotel: 1.922,00, Pasti (viaggio): 9.500,00, Noleggio auto: 6.300,00, Carburante trasporti: 21.700,00, Autorimessa due camion: 4.400,00, Pedaggi: 8.150,00, Traghetti (Camion): 9.000,00, Manutenzione Camion: 9.733,00, Leasing 2 motrici e 2 rimorchi: 59.820,00, Assicurazioni Camion (2): 6.550,00, Bollo camion (2): 1.467,00, Trasporto casse Qatar e Australia: 17.000,00 e già siamo ad un totale 182.542,00.
Il calcolo in euro deve comprendere anche le spese legate all’hospitality: vivande 8.183,00, bevande 3.100,00, accessori struttura 4.000,00, tenda 15.300,00, attrezzatura varia 4.100,00, pavimentazione 995,00, casse per trasporto attrezzature 9.600,00 per un totale 29.995,00. Dipendenti Team per Campionato, responsabile sospensioni 20.000,00, 4 Tecnici 100.000,00, 2 Autisti 40.000,00, 2 responsabili Hospitality 15.000,00, Ingegnere elettronica 20.000,00 per un totale 195.000,00. Sommando altre spese logistiche e tecniche, anche senza un aggiornamento al periodo post pandemico, arriviamo sopra il milione di euro.
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