Oltre il danno potrebbe arrivare anche la beffa. Il Governo sta prendendo in considerazione un aumento del numero di auto alla spina a danno delle auto a combustione con una manovra preoccupante.
Per spingere un mercato full electric che non fa numeri, almeno in Italia, potrebbero arrivare misure estreme. L’industria dell’Automotive 2.0 si è arenata dopo un inziale hype a causa di prezzi di acquisto proibitivi, un numero limitato di colonnine di ricarica e un mercato dell’usato che non regge il valore dell’investimento iniziale.
L’obiettivo, a livello europeo, sarebbe quello di commercializzare solo EV dal 2035. L’impatto ambientale delle auto elettriche è tutt’altro che zero. Ma al Governo stanno già pensando di traslare il gettito derivante dalle accise sui carburanti alle EV. Si parla di una cifra di 25 miliardi all’anno che con la diffusione di sole auto alla spina si perderebbe. Il Governo italiano non può consentirsi un tale meno nei bilanci. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenendo all’Automotive Dealer Day ha ammesso che arriverà una batosta per i possessori di auto elettriche. Ecco il segreto sull’autonomia.
Il processo di elettrificazione non può più arrestarsi e la riduzione degli introiti legati alle accise sui carburanti detterà una bastonata per coloro che si accosteranno alle EV. Il MEF si è già messo a lavoro per adeguarsi all’aggiornamento della normativa europea sulla tassazione dei prodotti energetici, per il momento ancora rimasta alla direttiva 2003/96/CE del 27 ottobre 2003. Venti anni fa le EV erano una utopia, ma ora la questione è concreta.
Le accise storiche introdotte in Italia sono le seguenti: finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936, finanziamento della crisi di Suez del 1956, ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963, ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966, ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968, ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976, ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980. Altre sono arrivate negli ultimi 4 decenni e in totale se ne contano 19.
Nel 1995 tutte le varie accise sono state inglobate in un’unica imposta indifferenziata che finanzia il bilancio statale nella sua totalità. La tassa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel, a cui va aggiunta l’Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) con un carico che sale al 55%. Nell’Unione Europea solo l’Olanda e il Regno Unito hanno imposte indirette sui carburanti più alte dell’Italia. Numeri che spaventano coloro che pensavano di aver trovare una soluzione ai problemi con l’acquisto di un’auto alla spina.
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