La Casa di Sant’Agata Bolognese è stata ceduta all’Audi, facente parte del Gruppo VW, ma c’è ancora una divisione tutta italiana.
Il marchio Lamborghini sta attraversando una fase di grande crescita. Dal lancio del SUV Urus sono stati registrati fatturati record. E’ dilagata la moda degli Sport Utility Veichle di lusso a livello mondiale. Persino i più giovani hanno cominciato ad interessarsi alla sportività spigolosa di un’auto a ruote alte. Per la prima volta nella storia, nel 2023, sono state commercializzato oltre 10mila vetture, superando i 700 milioni di profitto.
La Urus è stata venduta in 6.087 esemplari, seguita dalle 3.962 Huracan, dalle 51 Few-Off e dalle 12 ultime Aventador prodotte. Negli Stati Uniti sono arrivate 3mila consegne, seguiti da Germania (961), Cina (845), Regno Unito (801), Giappone (660), Medio Oriente (496), Corea del Sud (434), Italia (409), Canada (357), Australia (263), Francia e Monaco (255), Svizzera (211), Taiwan (131) e India (103). Date una occhiata al restyling del SUV Urus. Ha delle caratteristiche uniche.
Da quando il brand di Sant’Agata Bolognese si è lanciata nel business delle auto ibride plug-in, con la Revuelto in primo piano, sono arrivate anche pesanti critiche. I puristi avrebbero preferito conservare una tecnologia 100% termica senza andare nella direzione intrapresa dalla concorrenza.
In futuro le Lambo saranno tutte ibride, sino a spingere la gamma alle emissioni zero, ma c’è ancora tempo. Lo spazio che sta acquisendo anche nella massima categoria del WEC ha portato un know-how di assoluto spessore.
Lamborghini, divisione ancora italiana
Nel 1998 la Lamborghini venne acquisita dall’Audi. Il marchio del Toro è ancora di proprietà della casa di Ingolstadt, ma c’è anche un ramo aziendale che non è vicino al Motorsport e che continua a seguire un vecchio pallino di Ferruccio Lamborghini. Parliamo della divisione Trattori, fondata nel 1948, e che è rimasta in Emilia-Romagna, con sede a Cento.
Dal 1973 rientra nel gruppo SAME ed è al 100% italiana. La Casa emiliana, infatti, trattori di assoluta qualità, premiati dal mercato. Una magra consolazione rispetto alla vecchia gestione in mano a Ferruccio. Quest’ultimo osò sfidare Enzo Ferrari dopo un diverbio su un prodotto considerato non impeccabile.
Sulla base di una accesa rivalità con il Commendatore di Modena vennero fuori capolavori assoluti dell’epoca come la Lamborghini Miura e la Countach. Ferruccio non ha mai dimenticato le origini e continuò a produrre macchine agricole. Una tradizione che è arrivata sino a giorni attuali ed è rimasta italiana.