Vi sono Ferrari che vanno protette più di altre. La casa modenese, finalmente, l’ha spuntata in un braccio di ferro in tribunale.
L’Italia viveva l’ebrezza dei mitici anni ’60 e in un’epoca di boom economico esponenziale Enzo Ferrari ebbe l’intuizione di creare l’auto sportiva per antonomasia. Il nome della supercar traeva origine dalla cilindrata di ciascun cilindro dell’iconico motore V12 3.0 cc. I più esperti avranno già intuito il leggendario modello che nacque dall’estro dell’ing. Mauro Forghieri e di Sergio Scaglietti.
La Ferrari 250 GTO è diventata l’auto più cara al mondo. Di auto iconiche la Rossa ne ha prodotte diverse. Aveva caratteristiche non solo da Granturismo perché riusciva a viaggiare su ogni superfice come una supercar universale.
Vinse le più complesse battaglie al mondo, dimostrando una affidabilità straordinaria. Alla 12 ore di Sebring, con i driver Phil Hill e Olivier Gendebien, conquistò il primo posto. Celebrò anche due edizioni del Tourist Trophy. Prese parte alla 1.000 km del Nurburgring del 1962 e nello stesso anno alla 24 ore di Le Mans.
Parliamo di un’auto leggendaria che vale una fortuna. Venne battuta all’asta per oltre 48 milioni di euro nel 2023. Un’auto iconica è oggetto del desiderio anche di competitor nati per replicare i masterpiece storici del Cavallino e di altri modelli di serie del passato.
Tra l’Ares Design Modena e la Ferrari è nata una diatriba legale che si è risolta solo poche ore fa. Il Tribunale ordinario di Bologna ha, infatti, accolto le richieste di Ferrari nella causa civile contro Ares per concorrenza sleale, per violazione del marchio Ue e del diritto d’autore.
Ares Design lanciò un progetto di reinterpretazione della Ferrari 250 GTO del 1962. La casa del Cavallino non accolse di buon grado l’iniziativa. Partì una diatriba legale tra i due produttori emiliani. Il Tribunale di Bologna ha emesso un giudizio sulla vettura di Ares Design. Secondo i giudici, inizialmente, la replica presentava differenze estetiche significative su elementi non di dettaglio, “tali da costituire una mera reinterpretazione del modello Ferrari 250 GTO e consentire al consumatore di riconoscere agevolmente che si trattasse di due vetture differenti, realizzate in epoche diverse e da produttori diversi”.
Dopo il reclamo il giudizio è stato stravolto. “La personalizzazione delle linee e degli elementi estetici – scrivono i giudici di Bologna nella sentenza d’appello – hanno fatto della Ferrari 250 GTO un unicum nel suo genere, una vera e propria icona automobilistica. Il suo valore artistico ha trovato oggettivo e generalizzato riconoscimento in numerosi premi e attestazioni ufficiali”.
L’Ufficio di protezione intellettuale dell’Ue (Euipo) ha stabilito che l’uso effettivo non è l’uso simbolico. E dato che Ferrari non utilizza più il nome GTO per le sue auto nuove è stato stabilito che “Ares ha violato il marchio Ue nella titolarità di Ferrari, nonché il diritto d’autore derivante dal design industriale della Ferrari GTO, nonché compiuto atti di concorrenza sleale”. Ares Design Modena dovrà poi sborsare 50mila di penale a Ferrari a titolo di risarcimento del danno, oltre alle spese processuali.
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