La F1 è uno sport pericoloso, ed un fotografo italiano se ne deve essere ricordato suo malgrado a Monaco. Le immagini fanno paura.
Il mondiale di F1 ha fatto tappa a Monte-Carlo, dove è andata in scena una delle gare, oggettivamente, più noiose della storia di questo sport. Charles Leclerc e la Ferrari hanno vinto passeggiando, e per la prima volta nella storia, i primi dieci della griglia sono arrivati al traguardo nel medesimo ordine con il quale erano partiti. Questo la dice lunga sulla piattezza della gara che si è svolta nel Principato, dove non è stato effettuato neanche un pit-stop dai primi della classe.
Il motivo? Al primo giro c’è stato un incidente terrificante, che ha portato la direzione gara ad esporre la bandiera rossa, che ha permesso ai piloti di smarcare la doppia mescola e di arrivare fino in fondo senza soste. I protagonisti, come sappiamo, sono stati i due della Haas, ovvero Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg, i quali sono venuti a contatto con la Red Bull di Sergio Perez. La F1 è ancora uno sport pericoloso, e si è rischiata davvero la tragedia.
Sergio Perez è stato autore di una delle sue peggiori qualifiche da quando corre in F1, piazzandosi 18esimo a Monte-Carlo, davanti solamente alle due Sauber. In seguito, è avanzato al 16esimo posto per via della squalifica delle due Haas, ed è proprio con loro che si è scatenato il finimondo. Nella salita verso la curva del Massenet, Kevin Magnussen ha forzato un ingresso sul messicano, con le ruote che si sono toccate, lanciando la Red Bull ad impattare contro il guard-rail.
Nico Hulkenberg non è riuscito ad evitare il contatto con Checo, ed è così che tutti e tre sono stati costretti al ritiro. Purtroppo, un fotografo italiano è rimasto ferito, vale a dire Bruno Diodato, che però non ha riportato gravi conseguenze. L’uomo ha riportato alcune lievi ferite alle gambe, che si è procurato nel momento in cui si è gettato a terra per ripararsi dai pezzi staccatisi dalle monoposto.
Per fortuna, tutto si è risolto nel migliore dei modi, e se i piloti non si sono fatti nulla, lo dobbiamo alla pazzesca solidità di queste F1 moderne. La Red Bull di Perez si è disintegrata, ma la cellula di sopravvivenza ha retto alla perfezione. Se tutto ciò fosse accaduto anche solo pochi anni fa, staremmo parlando di una tragedia, che per fortuna è stata scongiurata.
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