E’ stato battezzato A122 ed è un luogo di culto per tutti coloro che hanno apprezzato le vetture a marchio SEAT. Vedere per credere.
Nel mondo vi sono tante leggende, ma poche verità assolute. L’esistenza di un magazzino presso lo stabilimento SEAT di Barcellona è la prova vivente che i marchi conservano tutti i modelli storici. È il luogo in cui SEAT Historics custodisce sette decenni di progetti senza tempo. In una industria dell’Automotive che viaggia rapida verso nuove frontiere elettriche le immagini in basso vi lasceranno a bocca aperta.
C’era un tempo in cui i produttori di automobili osavano con prototipi spaziali. SEAT, acronimo di Sociedad Española de Automóviles de Turismo, per il Gruppo Volkswagen è stata una realtà produttiva essenziale. L’azienda nacque il 9 maggio del 1950 dall’Instituto Nacional de Industria (INI) per il 51% e da FIAT per il 7%. Diversi progetti realizzati dalla Casa torinese vennero esportati, in salsa iberica, con marchio SEAT. Dal 1985 entrò a far parte del colosso di Wolfsburg, arrivando ad avere sedi in 77 Paesi del mondo.
Il core industriale si trova a Martorell, cittadina situata a circa 26 km a Nord-Ovest di Barcellona. Un polo inaugurato il 22 febbraio 1993 dal Re Juan Carlos di Spagna. E’ l’unica realtà produttiva in Spagna ad avere ancora le infrastrutture per realizzare una gamma intera di veicoli che va dalla piccola Ibiza ai SUV. Negli ultimi anni il brand ha sofferto di una grave crisi, oscurato anche dal successo del nuovo brand Cupra, sempre rientrante nell’universo VW.
Il misterioso museo della SEAT
I colleghi di Motor1espana, come vedrete nel video IG in basso, si sono addentrati nel leggendario magazzino A122. Si è, inoltre, festeggiato il 40° anniversario della SEAT Ibiza. La “zona arrugginita”, come ha scherzato Isidre López, capo della SEAT Historics, presenta vetture iconiche. Tra cui la SEAT 1500, la 1400 e altri modelli storici che nemmeno i super appassionati con qualche ruga ricorderanno. Ecco quali sono i modelli attuali in listino e che motori montano.
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“È un piccolo magazzino dove abbiamo un certo numero di auto che aspettano il loro turno per essere salvate e ricostruite per diventare parte della collezione del museo – ha spiegato Isidre López – È una delle parti più divertenti e interessanti del nostro lavoro, ma comporta anche la responsabilità di essere onesti con la storia e le persone, soprattutto con gli ingegneri e i professionisti che li hanno creati“.