Il mito dell’Audi rivive in una nuova veste alla spina, ma il cuore degli appassionati rimarrà legato ai successi ottenuti nel rally.
Per chi ha amato le sfide su sterrato il 1984 è stato un anno spettacolare. La storia nel Motorsport dell’azienda dei Quattro Anelli è stata condita da trionfi di altissimo spessore. Il brand di Ingolstadt voleva tracciare una nuova frontiera nella trazione integrale per far crescere il proprio valore tecnico e la propria immagine.
La prima vettura in questione venne sviluppata sulla base dell’Audi Coupé per limitare la realizzazione a soli 400 esemplari necessari per l’omologazione nel Gruppo B. Nel 1980 a Ginevra la vettura lasciò tutti senza fiato, creando un’aspettativa enorme sul proprio futuro. Il motore era un 2,1 litri con una trasmissione con tre differenziali racchiusi in un unico blocco.
La prima tappa in assoluto nel Rally diede già il valore effettivo del progetto della casa tedesca e man mano intervennero tante altre novità che portarono ad una tecnologia avanzatissima che poi si è riversata anche sul mercato dell’auto. Sulle sportive, inizialmente, il differenziale centrale veniva costruito con una ripartizione 50 – 50, tuttavia negli anni ‘80 nacque il differenziale centrale autobloccante Torsen. Si trattava di un meccanismo semplice ma che prevedeva ingranaggi e molle elicoidali in grado di svolgere la loro funzione di compensazione in condizioni normali, ovvero quando la velocità tra le ruote variava in modo progressivo, come nei tratti misti o in caso di trasferimenti di coppia.
Dopo l’uscita di scena dalle competizioni Rally l’Audi si lanciò in pista nella categoria Imsa, trovando buoni risultati. La trazione integrale ebbe un successo clamoroso sui modelli stradali con le berline 80 e 100, poi arrivarono le prime RS2, A3, costruita sul pianale della Volkswagen Golf, e la S3, in grado di sviluppare oggi l’architettura trasversale che diede fama alle moderne vetture compatte della casa tedesca.
Il nome Audi si è sviluppato sulla base dei successi costruiti in pista negli anni ’80, unendo il mondo del Rally a quello quotidiano in strada. Dopo i successi ottenuti nel WRC, la tecnologia Audi fu clonata anche da altre case costruttrici ma con meno successo. In Germania si tolsero la soddisfazione anche di mettere le mani sulla Casa di Sant’Agata Bolognese. Audi fa parte del colosso Volkswagen e dal 2026 sarà presente anche in Formula 1. La sigla Audi Quattro Sport verrà sempre ricordata, mentre tante altre rivali sono già state dimenticate.
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