La Ferrari avrebbe dovuto gettare le basi per un nuovo corso di assoluto spessore, ma non sono arrivati risultati spettacolari nel 2024. C’è un fattore che va considerato.
Con ingiustificato ritardo la Ferrari ha presentato una vettura, completamente, nuova nel 2024, se non per il sistema sospensivo che è rimasto pull rod. Per il resto la Rossa è stata costretta a ripartire da un foglio bianco perché le potenzialità raggiunte dalla SF-23 erano talmente limitate che, sostanzialmente, aveva già toccato il punto più alto del suo sviluppo tecnico.
Se il 2023 poteva ritenersi interlocutorio per il neo team principal Frederic Vasseur il discorso sull’operato, nel 2024, va considerato. Il francese ha cominciato una epurazione di tecnici che rappresentavano il vecchio corso della Scuderia. L’ex t.p. Mattia Binotto si era circondato di uomini poco meritevoli e a dirlo erano i risultati. Dal direttore sportivo Laurent Mekies all’ex head of Strategist Inaki Rueda, passando per l’aerodinamico Sanchez, il direttore del progetto tecnico Enrico Cardile, sino all’ingegnere di Leclerc, Xavi Marcos, nessuno era sinonimo di eccellenza.
Uomini che senza un palmares vincente si erano trovati nella squadra più vincente della storia della Formula 1. Della gestione impostata da Binotto sono rimasti in pochi ai piani alti. A farci le spese è stato anche Carlos Sainz, voluto dall’ex ingegnere di Losanna al posto di Vettel, che lascerà il sedile a Lewis Hamilton nel prossimo biennio. Lo spagnolo ha svolto un lavoro regolare, ma non ha mai convinto al 100% la tifoseria. Ecco dove potrebbe finire nella prossima stagione.
Ferrari, primato da vero top team
Leclerc e Sainz si sono ritrovati in un’altra monoposto senza punti di forza. La SF-24 non è un’auto veloce sul dritto e nemmeno agile nei tratti misti. Sono continuati i problemi di gestione delle mescole, avendo anche patemi sul giro secco. Nonostante questo la Ferrari è l’unica scuderia in F1 che può vantare di aver marcato almeno una vittoria con entrambi i piloti, a dimostrazione che i problemi non vengano da Sainz e Leclerc.
Se la RB non avesse quel fenomeno di Verstappen, probabilmente, sarebbe in piena bagarre per un titolo costruttori che manca da 16 anni. Nel 2025 arriverà Hamilton, ma l’unica cosa che sembra funzionare, al momento, è la coppia della Ferrari, separati da appena 15 punti in classifica. Sainz ha saltato anche la tappa in Arabia Saudita a causa dell’operazione all’appendicite. Discorso diverso va affrontato, invece, per Leclerc che ha avuto un contratto faraonico ma non potrà fare miracoli. Il monegasco è terzo a quota 150, mentre il figlio d’arte del Matador è a 135 punti.
La McLaren ha vinto una tappa con Lando Norris. La Mercedes ha trionfato con Russell, mentre sulla RB20 solo Verstappen è salito sul primo gradino del podio. Con il successo in Australia di Sainz e a Monaco di Leclerc la Rossa almeno può contare su due piloti che hanno fatto il loro dovere in termini di P1.