Nella storia dell’industria delle quattro ruote italiane vi sono stati dei modelli che erano anni luce davanti alla concorrenza. Rimarrete sconvolti dalle caratteristiche dell’Alfa Romeo SZ.
In un momento storico dove l’Alfa Romeo è traghettata dai suoi SUV è opportuno dare una boccata d’ossigeno ai petrolhead con il ricordo di un’auto rivoluzionaria, in grado di ereditare dei concetti che erano stati anticipati nella massima categoria del Motorsport.
L’Alfa Romeo SZ (Sprint Zagato), meglio conosciuta dagli appassionati del Biscione come ES-30 (Experimental Sportscar 3.0 litres), è stata tra le vetture in edizione limitata più importanti della storia. Zagato mise mano al progetto, creando nello stabilimento di Terrazzano di Rho, alle porte di Milano, una versione estrema che sfruttava l’effetto suolo. Ne fu derivata anche una versione cabriolet, battezzata RZ.
Ogni singolo elemento venne elaborato per raggiungere performance da sballo. Tra il 1989 e il 1991 ne furono prodotte in totale 1036 esemplari, quasi tutti in colorazione rossa, fatta eccezione per un esemplare di colore nero e con interni rossi per Andrea Zagato. Sino al lancio, nel 2007, della 8C Competizione, la SZ rimase nella storia come l’ultima Alfa Romeo a trazione posteriore. Nel Centro Stile FIAT furono elaborati i primi bozzetti. Dall’estro di Robert Opron e dagli specialisti Zagato venne fuori un’auto aggressiva anche da ferma.
Erano gli anni delle linee squadrate e brutali. La carrozzeria in Modar, materiale termoplastico realizzato dall’italiana Carplast e dalla francese Stratime rappresentava il non plus ultra. Sotto il cofano c’era un V6 “Busso” da 2959 cm³, dalla caratteristica disposizione a V di 60° e 12 valvole, della 75 Quadrifoglio Verde, in grado di sprigionare 210 CV. Le performance erano da brividi con 245 km/h di velocità massima e una accelerazione da 0 a 100 km/h in 7 secondi.
Le sospensioni nacquero dall’estro dell’ing. Giorgio Pianta che da ex pilota e team manager delle squadre corse del Gruppo Fiat, adottò un sistema in politetrafluoroetilene (PTFE). L’uso del polimero della tradizionale gomma garantì alla SZ un ridotto rollio e un controllo da paura. Nei tratti misti aveva un comportamento molto vicino a quello di un prototipo sportivo. I freni furono ereditati dalla 75 Turbo Evoluzione, e venne lanciato un sistema idraulico per variare l’altezza da terra. Ecco come potrebbe essere una nuova ammiraglia sportiva del Biscione. Una wing car stradale con soluzioni tecniche futuristiche. Da italiani dovremmo andare solo orgogliosi della nostra storia.
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