La Mercedes è una delle case costruttrici di automobili con più fascino al mondo. Già il suo nome nasconde una storia incantevole.
Per raccontarvi la storia del nome Mercedes occorre tornare indietro nel tempo a quando alla fine dell’Ottocento Daimler e il suo collaboratore Maybach crearono la Daimler-Motoren-Gesellschaft. Il cognome dei primi due ingegneri tedeschi vi porterà dritto al punto, ovvero al nome del gruppo teutonico e al suo marchio di lusso di vetture limousine. Per arrivare, però, alla dominazione moderna del gruppo occorre ritornare all’incontro tra Benz e Daimler, veri papà dell’automobile.
La scelta del nome Mercedes nacque il 2 Aprile 1900. In quegli anni la figlia di Emil Jellinek, pilota di vetture Daimler da corsa e proprietario di una nota concessionaria in Costa Azzurra, ribattezzò così una vettura della Stella a tre punte. In spagnolo Mercedes vuol dire pietà, ma l’origine del nome del marchio nacque da una vettura da corsa con baricentro basso e carreggiate molto larghe che fece la fortuna di Emil Jellinek. L’imprenditore decise di ordinare un lotto di 36 vetture prodotto dalla Maybach a patto che adottassero il nome della sua figlia prediletta.
Nacque così la leggenda del marchio di Stoccarda che in un biennio di gloria, con la Mercedes 35 PS, riuscì a vincere tutto in Europa. Il nome Mercedes portò bene e i vertici presentarono un brevetto che venne registrato il 23 giugno del 1902. Divenne così il primo marchio al mondo ad avere il nome di una donna. L’associazione con Benz portò il brand ad avere un doppio nome, ovvero quello dell’inventore dell’automobile Karl, ma anche quello della moglie Bertha che testo l’invenzione del marito in un viaggio a dir poco coraggioso.
Nel 1888 la donna decise di salire su uno dei 3 prototipi costruiti dal marito e con i suoi due figli pilotò la vettura per 104 chilometri da Mannheim a Pforzheim per andare a trovare sua madre. Il creatore stesso, probabilmente, avrebbe impiegato altri mesi se non anni prima di intraprendere un’avventura di questo tipo, anche perché la vettura era appena stata progettata.
Il coraggio femminile di Bertha è stato celebrato in tantissime occasioni e rivive nello spirito di un brand proiettato da sempre all’inclusione. Non a caso in Formula 1 è stato il primissimo team a prendere in seria considerazione le lotte per la parità di genere che hanno visto Lewis Hamilton in prima fila in un attivismo sociale e politico che da molti è stato criticato, ma che rientrerà nei libri di storia del Motorsport.
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