Fernando Alonso è stato vicino a vestire la tuta Red Bull. Dopo anni una delle persone a lui più vicine racconta tutti i retroscena.
Fernando Alonso è universalmente riconosciuto come uno dei migliori piloti del mondo. A dispetto di ciò però può contare su soli 2 titoli iridati vinti in Renault ormai 20 anni fa. A pesare sulla sua carriera, infatti, ci sono state alcune scelte poche felici che lo hanno portato sempre nelle squadre sbagliate al momento sbagliato.
Subito dopo l’exploit in Renault, infatti, passò alla McLaren dove a dispetto di un’auto sicuramente molto competitiva si ritrovò a lottare con il suo giovane compagno di team Hamilton al punto da entrare in rottura con il team. Questo portò ad un suo ritorno con la squadra francese che nel frattempo aveva perso tanto in competitività.
Dopo è arrivato l’approdo in Ferrari. Con la Rossa ha lottato si per il Mondiale, ma alla fine è stato sempre costretto a soccombere dinanzi a una Red Bull a quei tempi davvero ingiocabile. Proprio nel team austriaco lo spagnolo poteva approdare nel 2008, ma non se ne fece poi più nulla. Una cosa che avrebbe sicuramente cambiato le sorti della sua carriera.
Alonso e quelle prestazioni in Ferrari
A parlarne ci ha pensato il suo storico ingegnere di pista Paul Monaghan, che nel podcast ufficiale della F1 “Beyond The Grid”, ha così affermato: “Avrebbe più di due titoli? Avrebbe dovuto firmare per Red Bull nel 2008? Questa è una domanda che bisogna fare a lui. Fernando non si abbatte se ha una brutta sessione, la sua fiducia è indistruttibile”.
Monaghan, che nel 2010 era in Red Bull, dove si trova tuttora, racconta: “Sebastian vinse il suo primo titolo ed io ero felice di essere nel team vincente, ma mi dispiaceva per Fernando. Alonso ci ha preso a calci per tutta la stagione con una macchina peggiore. Nel 2012 ci ha di nuoto braccati e noi ci siamo dovuti tenere stretti quel titolo con le unghie”.
Infine ha ricordato di quando l’ha conosciuto ai tempi della Minardi: “Avevamo fatto alcune regolazioni alla vettura e montato gomme nuove e i suoi tempi sul giro erano fenomenali. Poi ai box arriva questo ragazzo di 20 anni che mi dice che i cambiamenti non avevano fatto alcuna differenza e che aveva spinto lui di più un po’ qua e un po’ là. A quel punto ho avuto la sensazione che avremmo fatto un bellissimo viaggio insieme”.