Emergono dei retroscena incredibili sul rapporto che c’era tra Marchionne ed Elkann, in particolare sulle volontà del manager italo-canadese su Stellantis.
Sono giorni concitati per il mercato dell’automotive in Italia. La crisi economica ha colpito pesantemente il nostro Paese e i dati di vendita non sono di certo esaltanti. Si spinge però forte il piede sull’acceleratore per quanto concerne l’elettrico grazie agli incentivi statali che hanno dato nei mesi scorsi un boost a tutto il movimento. Al netto di ciò però è tempo anche per le polemiche nel nostro Paese con lo scontro Governo-Stellantis che va avanti da un po’.
Stellantis ha parte della propria produzione fuori dal nostro Paese e questo non piace al Governo sotto svariati punti di vista. Per prima cosa non piace perché questo va ad aiutare l’economia di altri paesi e non la nostra e poi altro tema di scontro sono diventati nomi e loghi vari. Alcune vetture FIAT, infatti, pur venendo prodotte lontane dall’Italia presentavano il classico tricolore che come sappiamo bene, in campo automobilistico, è un po’ un segno di pregio. Il Made in Italy, infatti, è da sempre qualcosa che ci invidia il mondo per quanto riguarda i motori.
Ora però c’è un’altra bomba pronta a deflagrare e la sgancia Bianca Carretto, giornalista del Corriere della Sera, che durante lo speciale Autostop andato in onda su La7 nella trasmissione 100 minuti ha così raccontato: “Con Marchionne avevo un rapporto di grandissima amicizia. Quando l’ho visto la prima volta che era credo il 2004, la FIAT era in una situazione orribile. Ci scrivevamo molto e mi diceva cose che non avrebbe detto in pubblico”. La collega ha poi rivelato di aver incontrato il noto manager anche poco prima della sua dipartita: “L’alleanza con Peugeot? Mai l’avrebbe fatta a queste condizioni. Non è stata un’alleanza, è stata una vendita quella che è avvenuta dopo. Subito dopo la sua morte”.
La giornalista ha poi proseguito: “Lui quando aveva incontrato Tavares voleva fare un’alleanza industriale e a me ha detto: ‘Bianca lui vuole comprarci, non vuole allearsi con noi’. Aveva detto in anticipo la verità. Lui non avrebbe mai venduto la FIAT. Lui mi diceva: ‘Io devo resistere sino a marzo 2019′. Io dico una parola un po’ forte, ma questa è la verità, lui era stato licenziato da Elkann perché Elkann gli aveva detto che da marzo 2019 sarebbe andato a casa. Lui mi diceva: ‘Io devo rimanere sino a marzo 2019 perché poi faremo i conti’. Quello sarebbe stato il momento in cui avrebbe messo con Elkann le carte in tavola”.
Bianca Carretto ha raccontato anche un curioso episodio: “Quando è stato fatto lo scorporo di Ferrari siamo andati a New York, lui mi vede e mi fa segno con la mano. Gli ho chiesto cosa fosse successo e lui mi ha risposto: ‘La pagherà’, chiaramente si riferiva ad Elkann. Lui gli aveva fatto una promesso, ovvero che nel momento in cui scorporavano Ferrari l’avrebbe fatto entrare nell’azionariato. Io a quel punto gli ho detto: ‘Vedi tu gli Agnelli non li conosci ancora perché ti han fatto presidente e amministratore delegato, ma lui è il padrone e questa è la differenza, tu ti sei illuso che se entravi nell’azionariato eri anche tu padrone’. Ho tanti registrati che ho messo in una cassaforte di Marchionne. Ho avuto anche paura di parlare”.
Infine ha affrontato il rapporto che c’era ai primi tempi proprio con il rampollo di casa Agnelli: “Marchionne ai primi tempi mi diceva di Elkann che era un bravo ragazzo, che non aveva alcuna esperienza. Non sapeva neanche quasi parlare l’italiano. Tante volte lui si scriveva le cose sui fogli. Lui avrebbe avuto bisogno del sostegno di Marchionne. Ad un certo punto però quell’ala protettiva ha dato fastidio allora lui doveva trovarsi un amministratore delegato che gli lasciasse fare tutto ciò che voleva. Adesso l’abbiamo capito cosa voleva fare, chiudere e vendere tutto per portarsi via i soldi. L’amore per l’Italia lui non ce l’ha e non ce l’ha mai avuto. L’industria automobilistica italiana non esiste più”.
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