Chi c’è dietro i motori Audi? Alcuni dettagli che in pochi conoscono

In tanti si chiedono chi ci sia effettivamente dietro i motori Audi. La verità si nasconde nella sua storia e in diverse collaborazioni.

Audi è in assoluto uno dei marchi più prestigiosi presenti sul mercato. Negli anni si è distinta per i suoi modelli lussuosi e sportivi allo stesso tempo. Il brand tedesco è inoltre molto attivo anche nel motorsport dove si è distinto in competizioni endurance come la 24h di Le Mans o la Dakar.

Chi c'è dietro i motori Audi? Alcuni dettagli che in pochi conoscono
Audi (AdobeStock) – Tuttomotoriweb.it

Presto per il noto Marchio tedesco si apriranno le porte anche della F1 dove è già stato annunciato l’ingaggio di Mattia Binotto. Chi si nasconde però dietro i motori Audi? La risposta non è affatto banale perché negli anni sono tante le partnership che si sono succedute. All’inizio degli anni ’30 ad esempio la fallimentare Typ P era dotata di un motore a quattro tempi della Peugeot 201.

Motori Audi: differenze tra auto sportive e normali berline

Negli anni successivi Audi entrando nel Gruppo Volkswagen ha cominciato a usufruire non solo della tecnologia del colosso di Wolfsburg, ma anche dei tanti marchi che fanno parte della holding. Ad esempio il modello S6 del 2004 era spinto da un motore V10 di derivazione Lamborghini.

Chi c'è dietro i motori Audi? Alcuni dettagli che in pochi conoscono
Gruppo Volkswagen (AdobeStock) – Tuttomotoriweb.it

Tra il 1991 e il 1994 nacque la prima RS della storia Audi dopo il lancio della 80 B4, questa era invece dotata di un motore 5 cilindri elaborato fino a 315 CV nato da una partnership con Porsche. L’Audi A4 dal 1994 al 2000, invece aveva la meccanica in comune con la Volkswagen Passat. Insomma spesso negli anni l’Audi si è ritrovata ad usufruire di propulsori del gruppo di Wolfsburg.

Volkswagen spesso ha partecipato ai motori dei modelli stradali per così dire “normali”. Per quanto concerne, invece, quelli sportivi, ovvero gli RS o S, alle spalle di Audi c’è spesso stata la Porsche o la Lamborghini. Naturalmente la cosa non è mai unilaterale. Lo scambio di informazioni all’interno del gruppo è vitale per ridurre i costi di sviluppo delle varie vetture che oggi sono un fiore all’occhiello di tutta la Germania. Senza dimenticare l’aspetto “moto”. L’Audi, infatti, è proprietaria anche di Ducati, in quel caso però si è deciso di lasciare gran parte del lavoro nelle sapienti mani degli ingegneri italiani a Borgo Panigale che hanno reso grande il marchio negli anni.

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