La Mercedes Classe A è da sempre una delle vetture più amate del marchio di Stoccarda, sotto il cofano però nasconde una storia davvero particolare.
Ci troviamo in un momento storico davvero particolare per il mondo delle auto. L’ondata cinese è pronta ad invadere l’Europa e i marchi del vecchio continente, anche per questo, provano a stringersi in alleanze per non essere sopraffatti.
Tra le case costruttrici, infatti, si stanno venendo a creare delle vere e proprie partnership che stanno portando ad una sorta di omologazione. Sempre più sovente ci ritroviamo con pianali e componenti meccaniche e di carrozzeria utilizzate su più vetture diverse.
Il caso più eclatante è senza ombra di dubbio quello Stellantis. L’unione di vari marchi come FIAT, Peugeot, Opel e tanti altri ha portato a dei veri e propri “prestiti” tra i vari modelli di vetture prodotte dalle case che compongono la holding.
Mercedes Classe A e la collaborazione con il colosso franco-nipponico
Le partnership però non sono di certo un’invenzione recente, ma esistono da anni. Nel 2018, durante il Salone di Ginevra venne presentata la quarta generazione della Mercedes Classe A, siglata W177. Il modello in questione è sempre stato uno dei più amati tra quelli prodotti dal colosso di Stoccarda.
In pochi sanno però che proprio quella determinata generazione di Classe A, nasceva sotto una partnership che vigeva all’epoca tra Daimler AG e il gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi. In poche parole, la W177 montava motori 1.5 a gasolio e 1.3 a benzina prodotti dal colosso franco-nipponico.
La Classe A è da sempre uno dei prodotti di punta di Mercedes. A tal proposito basti pensare che Daimler ha investito ben 900 milioni di euro per lo stabilimento di Rastatt dove vengono prodotte proprio le iconiche vetture. Tutto ciò ha portato anche alla creazione di 4700 posti di lavoro.
A partire dal 1999, Mercedes avviò la produzione della Classe A, unitamente alla Classe C anche in Sudamerica, precisamente a Minas Gerais in Brasile. Purtroppo, però tale produzione è terminata nel 2005.
Perché i colossi delle auto si uniscono?
L’accordo tra Renault-Nissan-Mitsubishi e Mercedes, come dicevamo pocanzi, non è naturalmente un unicum nel mondo delle auto. Perché però sempre più spesso ciò avviene? Banalmente la questione è come sempre di natura economica.
Per prima cosa si risparmia dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo. Un motore, ad esempio, nasce dallo studio di ingegneri e tecnici che lo mettono a punto. Tagliare questi costi unendo le forze e sfruttando il lavoro di un solo team è sicuramente più conveniente per le case.
Infine, c’è la questione quantità. Come in ogni azienda, produrre una grande quantità dello stesso pezzo porta ad un enorme risparmio economico. Proprio per questo sempre più spesso notiamo particolari sulle nostre vetture che sono praticamente identici a quelli montati da altre auto di diverso marchio.