Andrea Dovizioso ha raccontato dei suoi ultimi anni in MotoGP e in particolare del fattore che lo spinse in Ducati nel 2013.
Andrea Dovizioso in questi anni è stato uno splendido protagonista della MotoGP. Purtroppo per lui non è mai arrivato il Mondiale nella classe regina, ma quanto ci ha fatto divertire. Senza ombra di dubbio è l’uomo che più di tutti è stato capace di battere nel corpo a corpo un mostro sacro come Marc Marquez.
Dietro questa Ducati così formidabile c’è indubbiamente anche il suo zampino. Quando arrivò a Borgo Panigale, quella moto, lasciata da poco da Valentino Rossi, era praticamente inguidabile e non andava oltre il 7° posto. Grazie anche al suo lavoro da collaudatore però la Desmosedici nel giro di 3 anni è cresciuta tantissimo sino a diventare una delle moto più veloci del lotto.
Dopo qualche mese di ritiro nel 2021 era tornato in sella alla Yamaha, ma le prestazioni ottenute nel 2022 lo hanno spinto a dire nuovamente basta. Come riportato da Motosan.es, il rider italiano ha così dichiarato in merito a quell’ultima esperienza: “Per quanto riguarda i risultati sarebbe stato meglio fermarsi a fine 2020. Quella stagione è stata molto dura. I weekend a causa del Covid erano complicati e noiosi. La Yamaha mi ha fatto un’offerta, era difficile capire il loro potenziale dall’esterno. C’era un pilota che mascherava tutto in parte i problemi della moto”.
Dovizioso ha poi proseguito: “L’anno con la Yamaha è stato davvero brutto, non sono riuscito a lavorare. Loro non si erano ancora resi conti che dovevano cambiare diverse cose”. In quella stagione, infatti, il team di Iwata cominciò un lento declino che l’ha portata oggi ad avere una delle peggiori moto in griglia.
Non è mancata però una clamorosa ammissione anche sul Dottore: “Arrivai in Ducati per una combinazione di fattori, il primo dei quali fu il desiderio da parte di Valentino di tornare in Yamaha dopo la sua esperienza in Ducati”. Dovizioso, infatti, dopo un’ottima stagione nel team clienti, forse una delle migliori della sua carriera, era designato a passare in Yamaha accanto a Jorge Lorenzo, ma il tutto saltò a causa della volontà del #46 di tornare con la squadra di Iwata. Un vero peccato per Andrea, che avrebbe avuto in quel caso una moto molto competitiva per lottare per il titolo.
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